#33 | La Newsletter del Lunedì
Di tutte le volte in cui senza accorgertene hai già ricominciato, di abitudini belle che i finlandesi chiamano "kalsarikännit" e di come accidentally è già febbraio.
🍑 Qual è il tuo dessert preferito?
Questa domanda me l’hanno fatta il mio primo giorno di lavoro in HelloFresh e la facevano a tutti i nuovi assunti, volta per volta. Lì per lì sembrava una domanda fatta un po’ per metterti a tuo agio, in quel tuo nuovo primo giorno, in un nuovo ufficio, con nuovi colleghi, in un lavoro nuovo, con qualcosa di semplice che raccontasse anche qualcosa di te. Al tuo compleanno poi però ti veniva presentato quel dessert, il tuo preferito, con qualche candelina da soffiare.🎂
Credo sia una delle abitudini da ufficio che mi manca di più.
[Siediti bene perché il First Things First di oggi contiene una cosa forte e molto bella, che ha a che fare con i nuovi inizi e i dessert preferiti, perché è già passato un anno. 🍰 Dal post #1, da quel nuovo inizio, dal febbraio scorso, dalla prima volta insieme qui: è passato un anno. È iniziato tutto a febbraio scorso, un po’ per caso, un po’ perché a me il numero uno non piace tanto, un po’ perché in questo gioco in cui il lunedì sa di sabato, anche gli inizi partono dal due, e un po’ perché gennaio è un mese già carico di tutte quelle sue aspettative, volontà, Blue Monday e speranze di futuro che lo rendono più pesante rispetto a tutti gli altri. E quindi sì, se è vero che il grazie all’inizio ci sta sempre, oggi che è passato un anno, ci sta un po’ di più:
🍰 grazie a te che sei qui da quel 5 febbraio ‘24 e non hai perso neanche un post;
🍰 grazie a te che sei qui da quel 5 febbraio ‘24 e di post te ne sei perso invece qualcuno perché hai letto solo quando ne hai avuto bisogno tu — questo gioco funziona proprio così;
🍰 grazie a te che mi hai tenuto compagnia anche nei miei saltuari lunedì di silenzio (sì, quelli lì in cui ogni tanto mi succede di non riuscire ad esprimermi come vorrei, non avere il mood giusto, il posto giusto o il caffé giusto con cui scrivere); in quei lunedì lì mi hai fatto compagnia senza chiedermi nulla, se non come stavo — hai perfettamente capito come funziona questo scambio di pensieri positivi;
🍰 grazie a te che mi hai raggiunta a metà strada e hai deciso di continuare a leggermi anche in quei lunedì di post più lunghi che hanno richiesto caffè più forti, pause più frequenti e qualche interruzione in più;
🍰 grazie a te che sei qui oggi soprattutto per te, per regalarti questa boccata d’aria di dieci minuti nella tua mattina che va di corsa, nel tuo lunedì che è carico di task da chiudere, nella tua giornata che si prospetta già lunga, intensa e pesante.
Grazie! 🤍🫠 È ora di soffiare insieme la prima candelina🎂 prima di tornare a concentrarti e a correre più veloce verso il tuo lunedì — ma poi tu, che stai correndo così veloce in questo tuo lunedì, ogni tanto ti ricordi di guardare dove stai andando? ✋🏻 Chiedo.
Quindi sì, manteniamo le buone abitudini con i ringraziamenti all’inizio anche per questo nuovo anno e anche adesso che siamo 189 👨👨👧👧. Ah! E non dimenticare un caffé buono buono ☕️ a farti compagnia in queste letture - il mio spesso a forza di scrivere poi si raffredda, ma resta di fianco a me per tutto il tempo della scrittura, mi fa da fedele assistente, se no non riesco a completare il post ✍🏻].
E adesso vai: eccoti le tue 5281 parole del primo lunedì di febbraio, da leggere in 19:12 minuti a sorsi di quel caffé buono, che è lì, ti guarda e ti fa compagnia (oggi anche assieme al tuo dessert preferito).
» Nel frattempo, in questi due lunghi (e silenziosi) lunedì di gennaio, tu hai capito di che colore sei? O che colore vorresti essere? Se sei curioso, torna indietro di una Newsletter, salta al paragrafo 🤹🏻♂️ Cambia colore e divertiti a scoprirlo. Secondo me ti stupisci! 🐿️
» Nell’altro frattempo, qui la casa si è inondata di aroma buono, sono tornata alle colazioni lente e in pigiama ancora stropicciata e a sorsi di caffé fatto in casa [no, non sono ancora tornata a casa 🏡, ma in un certo senso ho ritrovato uno spazio che sa di casa anche qui dove sono ora; che poi: ma che buono è il caffé lungo, preso in pigiama, ancora stropicciati? Questa buona abitudine resta anche per quest’anno e anche adesso che siamo 189, in questo nostro Slow Breakfast Club affollato ☕🍞🍑].
Molto probabilmente se questa newsletter fosse un brand, o se avesse il suo merchandising, sarebbe Catharsis - una sorpresa di quotes super allineate a noi, a partire da questa:
Dai, facciamo il merchandising di questa Newsletter?
🏁 [Ri]cominciamo?
Torniamo a noi e ricominciamo dall’inizio: questa newsletter, questa prima settimana di febbraio, questo lunedì, perché “ridendo e scherzando”, o meglio “tra pause nelle pause, newsletter lunghe e newsletter non arrivate“, siamo già al numero due, è finito quell’infinito primo mese dell’anno carico di aspettative e nuovi inizi, che proprio a causa di tutte quelle aspettative e nuovi inizi, un po’ in tanti odiamo, quell’infinito primo mese dell’anno che si porta dietro tutto il peso delle routine che ricominciano, dei cambiamenti (forzati e non) e delle nuove versioni di te che un po’ ti aspetti, ma non succedono: torniamo a noi e ricominciamo dall’inizio, riattacchiamo la spina, ora possiamo finalmente cominciare davvero.
Da febbraio, come un anno fa. Da febbraio, come questo Substack che oggi compie un anno 🍰 e per festeggiare (oltre che anche un po’ per rendermi conto che è successo davvero) ho appena trascorso questo lento sabato mattina [oggi, mentre scrivo è sabato davvero] a rileggere un po’ di tutti i miei post preferiti (per adesso vince ancora il numero #22 🫶🏼 ). Una Newsletter del Lunedì che è nata lunedì cinque febbraio duemilaeventiquattro, sotto il segno dell’acquario ♒️: quel segno d’aria, il cui colore è il blu e il cui giorno fortunato è il sabato [ecco, neanche a farlo apposta].
Si ricomincia anche questa volta da febbraio, dal numero due, perché il numero uno ha troppi riflettori puntati negli occhi: con il due sei comunque sul podio, ma non hai tu tutte le attenzioni addosso e anzi, sei motivato ancora a migliorare, sei forte (sei un fortissimo e bravissimo Zverev all’ultimo set degli Australian Open 🎾, ma con tutta la motivazione che ti serve, non perché hai già vinto, piuttosto perché vuoi arrivare più avanti; la prossima volta).
Che poi, quei nuovi inizi di gennaio lì, quelli che ti aspetti, chi li rispetta? ✋🏻 Chiedo anche qui. Questo sono sicura non ti stupirà scoprirlo, ma:
📊 A febbraio, solo il 10% di coloro che hanno fissato una lista di cose da fare per il nuovo anno ha trionfato, mentre la restante parte non prova nemmeno nell’intento o si arrende dopo pochissimo tempo. Gli psicologi sostengono che questo fallimento sia da imputare al fatto che non si è davvero pronti ad aggiungere dei cambiamenti alla propria routine o non si hanno gli strumenti necessari per farlo.
Forse perché prima di ricominciare dovevi prenderti una pausa? ✋🏻 Chiedo [oggi devo chiedere un sacco di cose].
Si ricomincia da febbraio, di nuovo, come lo scorso anno, anche un po’ perché a me febbraio non piace, come non mi piacevano i lunedì, non mi piace davvero (qui chiedo pubblicamente scusa a tutti gli acquario in sala) e così ho dovuto trovargli una scusa (bella) per cui farmelo piacere, proprio come i lunedì — chissà che non diventi anche Febbraio il mio mese preferito (no, impossible, questo resta maggio🌷).
[Che poi questa abitudine di iniziare dal due e non dall’uno io spesso ce l’ho anche con i libri, o con i film (mi è capitato di iniziare anche dal 3 una volta - ops!), poi se mi piace torno indietro e rivedo o rileggo anche l’uno e il due].
Dicevo: si ricomincia da febbraio perché io a gennaio mentre tutto ricomincia, ho preso l’abitudine di andare in pausa, come gli orsi, gli scoiattoli e le lontre, in una sorta di mio mini e breve letargo per stare solo con me e poi tornare con tantissima luce, quando tutti sono occupati a pensare ad altro, quando quel 10% ha già dimenticato le proprie New Year Resolution e vision board varie e il resto è impegnato da bravissimo a mantenerle e a vivere la vita che è ricominciata velocissima piena di novità.
Qui è quando arrivo io. 🐢
Un po’ dopo gli altri, lentamente e senza farmi troppo sentire.
Arrivo con i miei tempi, senza riflettori, senza urlare e senza quasi rendermi conto che “ridendo e scherzando”, o meglio “tra pause nelle pause, newsletter lunghe e newsletter non arrivate“, è già ora del primo January Dump perché alla fine il primo mese di un nuovo anno si è già concluso: triste, freddo e infinito per alcuni, ricco di novità per altri, ma si è concluso. Via, ciao, ne hai solo più 11 di mesi per raggiungere tutti i tuoi obbiettivi (o per creare nuove opportunità — qui puoi leggerlo come preferisci tu).
Perché comunque amici, diciamocelo: serve a tutti avere un punto fisso anche solo mentale, a cui arrivare per poi voltare pagina, una sorta di resa dei conti per pensare a un prima e a un dopo: un punto di riferimento temporale. Io ho scelto quel corto mese di febbraio per farlo. E dell’esigenza di questo punto di riferimento non ne parlo solo io, figurati:
🔎 Uno studio del 2014 spiega come i punti di riferimento temporali che la mente crea servono anche a dar vita a dei “periodi mentali di contabilità", che permettono alla memoria di giustificare gli errori fatti come causati dall’io del periodo precedente, motivando così anche comportamenti più ambiziosi per il futuro.
Perché alla fine febbraio è lì, ti aspetta ogni anno, puntuale, statico, freddo e più corto degli altri, ma lo devi far passare in qualche modo. Ecco, io lo faccio passare con dei nuovi inizi, cambi di rotta e tutti quei nuovi capitoli che in generale mi fanno paura.
Ricomincio da febbraio, il mese in cui le giornate si allungano di circa 3 minuti al giorno regalandoci più luce; febbraio che quest’anno non avrà un giorno in più, ma resta il mese giusto per fare quel passo indietro se ti serve per andare avanti, per riprendere in mano la tua vita, se senti che non sei al posto giusto, per cominciare a cambiare, se te la senti.
Per ricominciare anche da zero se necessario, un po’ come quel mio post di 365 giorni fa (che ho appena editato perché mi sono accorta ora, a distanza di un anno, che gennaio nel suo essere lungo di giorni ne ha 31 e non 30); però sì, un po’ siamo qui, fermi a un:
nuovo capitolo, nuova pagina bianca, nuova riga e infinite possibilità di ricominciare. Ecco, inizia oggi a scrivere la storia bella che vuoi tu per il tuo 2025 ✍🏻
Apri oggi quella porta, che è anche “la parte più lunga del viaggio” (e tu che ci credi così tanto da avere scelto questa stessa frase come tuo primo tatuaggio, forse hai tanto da insegnarmi). O inizia a chiuderne una di quelle porte.
🚪La porta, quel limite che nasconde tutto quel nuovo mondo🚪.
Ti ricordi cos’ha trovato Dorothy quella volta? Il mondo in technicolor di Oz. E Lucy oltre l’armadio? È entrata nelle fantasie di Narnia. Anche se a volte le porte sono solo porte, altre volte girarne il pomello o la chiave nella serratura apre a un mega mondo di cose sconosciute, che poi ti piacciono. Che si tratti dell’arco del mulino sotto cui sei già passato cento volte, o che si tratti dell’ingresso imbellettato di un posto mai visto, ogni porta offre passaggi potenziali verso una prospettiva che non ti aspetti.
E ce lo racconta anche un po’ Wes Anderson qui:

Eppure, a me un po’ creano disagio gli inizi, le porte chiuse e da aprire, l’andare oltre; regalo sempre tantissima aspettativa agli inizi. Gli inizi, le prime volte, i nuovi capitoli, le nuove fasi di vita, forse anche perché si portano con sé un’ultima volta, un ultimo capitolo, un’ultima scena di quell’ultima fase di vita. Un cambio.
Aspetta, cosa dici? Anche a te spaventa iniziare?
Siamo in due (in 189?). Però ti sei mai accorto invece di quante volte e quante cose invece hai già ricominciato? A quanti “Fresh Start” ci sono già stati? Poi se lo fai da febbraio sotto il cielo dell’acquario, quando nessuno se lo aspetta, quando il mese grosso e carico di aspettative è già passato, quando le giornate si allungano e inizi a vedere più luce, fa meno paura. Forse.
Però ti sei mai accorto invece di quante volte e quante cose invece hai già ricominciato? Senza accorgetene, senza pianificarlo. Ti sei mai accorto di quante cose cominci e ricominci abitualmente, ripetutamente: un nuovo anno, un nuovo mese, una nuova settimana, un nuovo weekend, un nuovo lunedì. Ti sei mai accorto di quanti primi giorni di scuola, di lavoro, di nuoto, ci sono stati. Di quante volte ti è capitato nella vita di cominciare la dieta (e magari era anche un lunedì), di ricominciare quell’allenamento che avevi abbandonato, quanti primi incontri, prime case, primi viaggi, primi sì, primi no. Di quante prime volte hai già vissuto.
Sono bellissimi gli inizi, non fraintendermi. 🏁 Quando inizi qualcosa di nuovo spesso ti pervade un senso di ottimismo, associato a quella importante motivazione di quel nuovo inizio, di quel nuovo capitolo della tua vita. 💫
Ma vanno di pari passo e sotto braccetto con quei cambiamenti che io personalmente faccio un po’ fatica ad accettare con scioltezza e anzi, spesso più che l’ottimismo mi pervade un po’ di paura dell’ignoto e di quello che c’è oltre a quel confine tra ciò che conosci e quello che sta per cominciare. Oltre a quella porta da aprire, o chiudere per ricominciare. Se mi trovo bene in un’abitudine, poi la faccio mia e mi ci affeziono (tantissimo). Sai la resilienza? C’è stato un momento in cui tra gli articoli di LinkedIn, dei vari lifestyle magazine e Instagram non si parlava d’altro, era un po’ l’antesignano di burnout, hygge, smart-working. Era diventata anche una di quelle domande da colloqui alle quali un po’ ci si aspetta che tu risponda di sì, che:
sei forte e fai fronte allo stress e alle avversità uscendone rafforzato, sai resistere e riorganizzare positivamente la tua vita e le tue abitudini a seguito di un evento critico negativo.
E in effetti rispondi di sì, perché lo sei, sei resiliente, però magari non sempre-sempre, o magari non adesso, ma ci si aspetta che tu dica di sì e allora lo dici.
Dicevamo, il 5 febbraio 2024 usciva il primo post. Era un lunedì. Io ero a Milano, si erano allineati almeno sei pianeti (qui metaforicamente, ma ho letto che lo scorso 25 gennaio è successo per davvero) ed ero serena, pronta per INIZIARE 🏁 un lavoro nuovo, INIZIARE 🏁 a seguire il mio primo progetto da consulente di Brand Marketing, INIZIARE 🏁 questa avventura con te su Substack, INIZIARE 🏁 a cambiare. Iniziare a cambiare, quanto è difficile? Questo sì.
Quante cose iniziavano tutte assieme, quel lunedì 5 febbraio 2024, senza farlo apposta — si erano allineati sei pianeti 🪐🌑🌞🌕🌍🌔, te l’ho detto. Era febbraio, sì, non il solito mese degli inizi (e ti ho già detto anche questo). Era lunedì. Mi ricordo bene quel primo lunedì in quel nuovo ufficio, in cui non vedevo l’ora fossero le 10:00 per fare uscire la mia prima newsletter. Ero entusiasta ed elettrizzata, molto soddisfatta, ci avevo messo una settimana per scriverla, insieme alla mail di benvenuto (che si era portata via un’altra settimana) e l‘avevo riletta sì e no dieci volte [Peter ti ci ritrovi? Vedi che succede un po’ sempre cosi all’inizio poi ti abitui e scrivi post alla velocità della luce, trasformandoli in semi podcast da leggere come questi miei qui 🤭].
✨Però che bello è?!✨Che bello è poter dire adesso di avere un anno di lunedì scritti, in cui ci siamo fatti compagnia, ci siamo dedicati del tempo, abbiamo sorseggiato caffé buoni, ascoltato canzoni belle, cercato glimmer e lasciato andare tutte le vere priorità del lunedì, solo per un attimo: abbiamo lasciato in attesa quella risposta al capo, ma solo per un attimo; abbiamo fatto una pausa prima di ripetere di nuovo il pitch per quella call determinante, ma una pausa solo di un attimo; abbiamo staccato gli occhi dallo schermo del PC per inseguire un sogno, ma solo per un attimo; e poi siamo tornati con nonchalance e di corsa a fare tutte le cose imminenti e importanti del nostro lunedì alle 10:00, ma solo dopo aver preso quella boccata d’aria di dieci minuti, dopo aver alleggerito la mente, dopo aver catturato un glimmer e rinfrescato la vista, anche solo per un attimo.
Ecco: per il nostro prossimo anno assieme, ti auguro ancora tantissimi altri attimi e altre boccate d’aria da dieci minuti, per tornare a fare quello che dovevi fare, ma più leggero, più sereno, più sorridente. Insieme, solo per un attimo, per poi tornare a correre.
🎧 E qui ora ci sta la prima canzone di oggi insieme, per scrollare le spalle e dedicarci almeno un attimo:
[Spoiler: vale la regola della volta scorsa e se per ascoltarla selezioni “Go to radio“ ti si aprono in coda una serie di canzoni belle, con vibes leggere e molto da “Newsletter del Lunedì“. A me la terza che esce facendo questo giochino qui piace un botto. Più avanti te la metto ⏯️].
✨Però che bello è?!✨ Che bello è sapere che hai avuto anche tu 33 lunedì solo per te e che nel mio piccolo ti ho aiutato in parte a trovare un momento tuo dentro alla tua velocissima giornata, a farlo sapere un po’ più di sabato, a trasformarlo un po’ nel tuo giorno preferito, in un #mondayfunday di tutto rispetto, con una newsletter da leggere solo se e quando ne avessi voglia tu, che ti arricchisse e regalasse energia. Che bello è sapere che l’hai fatto?!
✨Però che bello è?!✨ Che bello è sapere che con la scusa di questa notifica ti sei ricordato di staccarti da tutto quello che stavi facendo, guardarti attorno e scegliere di focalizzarti su una cosa più bella per i successivi dieci minuti. Che bello è sapere che con la scusa di questa newsletter hai imparato a fare colazione; che bello è sapere che mentre stai correndo così veloce, scegli di fermarti per ricordarti di guardare dove stai andando.
Te lo dico io: è molto bello. E ringrazio quella volta che ho deciso di prendere in mano il tutto e iniziare a farmi e a farti questo regalo. Ringrazio quel febbraio freddo e corto, per avermi regalato un nuovo inizio bello che ti coinvolge.
🌞 “Begin Again” (come ci dice Ben)
Per me è già cambiato un po’ tutto da quel lunedì di trentatré post fa, forse come è anche giusto e bello che sia.
Se mi trovo un po’ al punto di partenza?
No dai, alla fine ho trecentossessantacinque giorni di consapevolezza, serenità ed esperienza di vita in più. Poi sì, se guardo la big big picture, un po’ mi sento al punto di partenza. ⛳️
E allora?
Allora ricominciamo!
Non da capo, ma da febbraio. Prendiamo la scusa del nuovo anno lunare cinese, della semplice voglia di mettere un punto punto e virgola e andare a capo oltre (con i punti e a capo ancora ho qualche tema).
🔄 Ma quante volte si [ri]comincia nella vita: dall’inizio, da metà, dalla fine, da febbraio.
Quante volte vuoi tu!
“Me le canto e me le suono“, dirai tu, ma un po‘ ci credo davvero. Comincia oggi, non domani, oggi anche se non è necessariamente lunedì, non è gennaio, non è neanche settembre (che per tanti sa sempre un po‘ di gennaio e nuovo vero inizio), non è uno dei tipici momenti che fanno rima con inizio.
▶️ Comincia oggi, ricomincia oggi: a volerti bene, a bere un bicchiere di acqua con il limone appena ti svegli, a leggere prima di andare a dormire, a chiudere quelle porte che per qualche motivo avevi lasciato socchiuse, a dire più sì, a dire anche più no, a uscire a correre prima di andare in ufficio, a fare quella cosa che ti fa bene, ad andare in ufficio in bicicletta. A fermarti nella tua corsa, per vedere dove stai andando.
▶️ Comincia oggi a cambiare, se devi.
▶️ Comincia oggi, [r]icomincia oggi, anche se ti fa un po‘ paura perché alla fine gli inizi sono belli sì, ma è talmente tutto nuovo che un po‘ ci creano inquietudine, disagio, disturbano. Lo so, lo so bene, io sono come te. Però come sempre qui, facciamola insieme questa cosa, cominciamo (o ricominciamo) insieme: ad innamorarci, a lasciare andare il perfezionismo se ci blocca, a lasciare andare vecchi schemi di pensiero che non ci appartengono più, ad accogliere le novità che ci riserva questa vita; iniziamo insieme un nuovo capitolo di vita in una nuova città, una nuova storia d‘amore, a parlare con gli sconosciuti alla fermata dell‘autobus, a soffrire se ci serve per poi stare meglio.
Non sono molto ferrata sulla cultura cinese e sul calendario lunare, ma da quel poco che ho colto mentre sono dall’altra parte del mondo rispetto alla maggior parte di voi, siamo entrati nell’Anno del Serpente 🐍 (mannaggia a lui, che paura questi rettili che strisciano) che porta con sé un anno di rinascita, rinnovo e trasformazione. Senti qua:
🔎 Il serpente rappresenta la morte di tutto quello che non ti serve più, affinché tu possa rinascere e raggiungere la frequenza che risuona di più con la tua anima.
Quindi inizia oggi, a cambiare.
[Anche a cambiare lavoro? No, questo no, anche se lo stanno facendo tutti, il tuo collega preferito, il tuo migliore amico, anche io di nuovo. Però no, questa volta tu non cambiare ancora anche il tuo lavoro, prima di farlo aspetta la prossima Newsletter che ho una cosa da dirti. Soon ⏭️].
💫 Iniziare è bello
Iniziare è bello, è emozione, ti fa sentire vivo, ti fa sentire alla ricerca, è un andare oltre. Iniziare però è un po’ sempre difficile, come cambiare e in fondo se ci pensi bene sono due azioni che si somigliano: “iniziare a cambiare“.
[Iniziare spaventa, a volte a me terrorizza, perché non so cosa c’è in quell’“oltre“ che sto cercando, in quell’ignoto e infatti ci vuole coraggio per affrontarlo].
Iniziare è come nascere, prende forma qualcosa che prima non c’era e che fa paura. L'inizio lo ricordiamo sempre, come una nuova storia d’amore, La Storia d’amore (scritta apposta con le maiuscole), o quella prima volta che ti fa pensare che non ce ne sarà un’altra uguale. Iniziare esprime una volontà che colora di senso un po’ tutto.
Iniziare a cambiare, a soffrire e imparare che il dolore comincia e ricomincia. Iniziare ad imparare che la vita si impara iniziando, ogni giorno (e io aggiungo qui, ogni lunedì).
[Questo testo, molto bello e anche molto profondo nella sua semplicità, è in realtà un po’ più lungo di così ed è anche più toccante se ascoltato letto da Anna Foglietta che ne è anche l’autrice — tutti i complimenti vanno a le, non voglio prendermi meriti non miei].
Però ecco, sì, gli inizi, come le fini, sono sempre un po’ troppo cariche di aspettative. Come i lunedì. Però ti sei mai accorto invece di quante volte e quante cose invece hai già ricominciato? Hai mai pensato a quanti lunedì ci sono già stati? A quante volte hai già cominciato o ricominciato qualcosa nella tua vita? Ogni 365 giorni, ogni 28, ogni 7, ogni cinque per i weekend. 🗓️
E allora puoi farlo anche adesso: ricomincia oggi a essere felice, a essere amico con qualcuno che avevi perso, a fare la skin-care sia alla sera che alla mattina, a mangiare la frutta a colazione, a correre, a scrivere, a amarti un po’, ad ascoltare musica bella, a piangere, a ridere, ad amare, a ricominciare ad amare, a dedicarti dieci minuti al giorno, a respirare, a bere caffé buoni, ad accettare quello che ti arriva, a essere forte, a rivolere bene a quella persona, a tirare boccate d’aria, a rallentare.
Lascia che sia l’ottimismo a pervaderti e non la paura.
Ricomincia, o comincia da qui, va benissimo dove sei ora.📍
Se non è la strada giusta, puoi sempre ricominciare, ma intanto inizia.
🔌 Riattacca la spina
Questa mattina sono a Melbourne, in Australia 📍🇦🇺 e ammetto che sto un po’ vivendo la mia best life. Quella vita “OOO” di “read > have breakfast > write > repeat” che nel dubbio manifesto 🔮. Sto scrivendo questo post da un tavolo in salotto, al quattordicesimo piano di un appartamento di Footscray, sono ancora in pigiama e un po’ stropicciata, mentre fuori dalla finestra a parete c’è tutta la città che mi guarda, o io guardo lei, in un gioco di sguardi e seduzione strana - downtown Melbourne, Melbs, CBD, o anche una sorta di Gotham City🦇, bella.
Oggi sono tornata alle mie colazioni lente e da fare comoda e a casa, a piedi scalzi, con caffé lunghissimi che mi tengono compagnia finché non finisco di scrivere (+ qualche fetta di pane e marmellata, che a parte tutti gli angoli golosissimi di città che scopro e pinno sulla mia mappa per il mondo, alla fine resta sempre la mia abitudine preferita ☕️🍞🍑). Qui, in pigiama e con un caffé sul tavolo, è quando riattacco la spina, in quel momento di “pura gioia e comodità” che i finlandesi chiamano “kalsarikännit”. Di solito è quando stacchi la spina, quando sei a casa, in relax, forse davvero in pigiama e senza alcuna intenzione di uscire: per me qui è quando attacco la spina e inizio a scrivere. 🔌✍🏻
Non so quale sia il mio posto nel mondo (anzi sì, forse un po’ lo so, ci sono arrivata in questi giorni lontano da quel mio posto nel mondo, che in questo momento non è fatto per me: credo che il mio posto sia un po’ Milano, perché è un po’ snob e chiacchierona come me, è fredda al primo impatto, ma poi se hai pazienza di conoscerla e ci impari a conversare ti accorgi che è più profonda di quanto sembra all’apparenza e alla fine un po’ poi forse te ne innamori; perché non ha il mare e questo ti costringe ad andartene ogni tanto per respirare la salsedine e poi tornare; perché è elegante, profuma, ed è fatta di tanti tantissimi piccoli cuori. Però non adesso. Adesso Milano è cara, mi è anche un po’ ostile, è casa, ma una casa che mi aspetterà sempre, una porta che socchiudo poi per riaprire quando saremo pronte, io e lei).
Nel frattempo, forse il mio posto nel mondo è un po’ ogni posto in cui mi sento quella gioia finlandese del “kalsarikännit.”.
Mentre Milano mi aspetta, mi creo un mio mondo con me stessa e vediamo come va con quello che a breve sarà il mio nuovo inizio, il mio nuovo capitolo, la mia “nuova” città, “nuova” casa; vediamo dove mi porta questa nuova decisione che sto prendendo senza pensarci tanto e senza farmi troppe domande perché se no è un casino. Una decisione che sto prendendo per me, su questo sì, ci ho pensato, per una volta non lo sto facendo per altri. Una decisione che alla fine non è neanche poi troppo sconvolgente, se non fosse che a me quella Milano snob, profumata e anche un po’ ostile in alcuni versi, ultimamente piace tantissimo. O forse succede così solo quando le cose volgono al termine e le vedi sfuggirti di mano. Non lo so, a Milano devo tanto, mi ha sempre accolto benevolmente, soprattutto in momenti un po’ antipatici di vita, e credo che questo odi-et-amo sia un po’ reciproco. 🏙️
⏸️ STOP! Pausa quote bella che ho visto mentre recuperavo il post di Cosmico 🐢, per sdrammatizzare un po’ questa constatazione sulla mia novità di febbraio e per distrarci un attimo assieme, perché io questo nuovo inizio non l'ho ancora realizzato bene - che comunque, sempre sul pezzo loro di Cosmico, anzi: a volte capito su loro post che trattano temi di cui ho parlato anche io la settimana prima, o che sto scrivendo e mi chiedo se sia un caso, o se siamo davvero così allineati, se c’é una talpa (non nel mio team però) o se forse potrei entrare nel loro team. Ci farò più caso, ma l’ultimo “se” mi ispira. Dicevamo, la quote bella:
Sometimes, it’s the simplest things that bring the most joy—like waking to the sound of a stream, walking barefoot through the grass, or sipping coffee as sunlight dances through the trees.
— ecco, ho immaginato tutti questi tre mini momenti qui e non saprei quale scegliere, però se ci pensi questa cosa della semplicità te la dico sempre anche io, ci crediamo un po’?
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Da questo salotto di Melbourne, in Australia📍🇦🇺 super silenzioso e pieno di luce, intavolo una conversazione con Petra 🙋🏻♀️, che mentre io scrivo questo post con tutta la città che mi osserva, scrive a mano le sue “morning pages“. Non lo fa sempre, ma quando ha qualcosa da riordinare nella sua mente sì e qui capisco che siamo allineate. Petra vive a Melbourne, al quattordicesimo piano di questo appartamento di Footscray con tutta la città che la guarda, da qualche mese: è finlandese, ha 34 anni e sta facendo un PHD qui, sponsorizzato dalla sua università. Non è bionda, con la pelle chiara e gli occhi azzurri, come probabilmente ti potresti immaginare una ragazza finlandese — qui sempre per il tema del lasciare indietro qualche stereotipo. Ha i capelli castani e la pelle abbronzata perché ama il sole e non perde neanche un secondo per lasciarsi coccolare dai suoi raggi. Sa bene come funziona la gioia del “kalsarikännit” - e anzi, ne approfitta per correggermi, aggiungendo la “ä” giusta e per sottolineare che è anche una situazione legata all’ubriacarsi comodi a casa (ok, prendiamo la versione che ci piace di più). Petra sa bene anche quello che vuole dalla vita, crede molto in sé stessa, adora cucinare (e infatti ci cucina cene super buone e di tutte le nazionalità), fa tantissimo sport e ha la pelle perfetta. Mi piace la musica che ascolta e tra le varie perle che ho aggiunto alle mie playlist, questa ha vinto tutto in questo periodo. Ma proprio tutto.
🎧 Me ne sono innamorata e sta facendo da colonna sonora a questo mio periodo di vita, a questo attimo di gioia pura e di “kalsarikännit”, a questo periodo pre nuovi inizi, punti, punti a capo, punti e virgola e cassetti che si chiudono. Te la consiglio: è una boccata d’aria fresca, pulita e leggerissima. Senti qua:
Petra sulla lavagnetta del frigo giorno per giorno scrive una frase motivazionale, positiva, che le dà la carica per la giornata e poi la cancella non appena le cambia il mood (ora le condivido anche la quote sulle cose semplici, che dici? 🌷🍒🐢🍃☕️🦦). Ha moltissimi sbalzi di umore, mi dice, e sta tenendo il tutto monitorato perché pensa sia legato anche agli ormoni. Non le piace essere triste e ogni volta che sente che le arriva quel momento del mese vede tutto grigio. Poi però si riprende ed è un sole. È un sole che considera se stessa e la sua energia sempre al 10, al punto che nella conversazione con una amica che a sua volta le confessa di stare bene e di sentirsi energetica a un livello 6, si stupisce:
“Mi preoccuperei se io avessi l’energia e il mio mood al 6 su 10, tu no?“
In effetti sì. Ma mi rendo conto adesso, da questo tavolo in questo salotto, al quattordicesimo piano di questo appartamento di Footscray, a Melbourne, in Australia📍🇦🇺 che non è sempre stato così.
È un periodo in cui sto bene, sono serena, non so quale sia il mio posto nel mondo (Milano a parte e Milano non adesso), ma mi sento spesso nel momento giusto e al posto giusto, senza bisogno di altro e senza avere la percezione di quella boccata d’ansia che mi assale all’improvviso facendomi saltare il respiro e che mi ha accompagnato a mesi alterni. Ok che sto viaggiando e la mia routine è abbastanza diversa dal solito, ma mi sono accorta davvero che è un periodo lungo in cui sto bene e me ne rendo conto ora, mentre lei mi dice di essere sempre presso che un 10, da questo tavolo in questo salotto al quattordicesimo piano di questo appartamento di Footscray, a Melbourne, in Australia 📍🇦🇺.
🤌🏻 Qual è il mio livello di energia oggi? 🔌
In realtà non è la prima volta che mi pongono questa domanda, anzi, già allora mi ero ripromessa di richiedermelo ogni giorno, prima di affrontare la giornata (qui eravamo a Bali, all’Intuitive Yoga Flow Studio - migliore posto nel mondo in cui fare yoga, te l’ho già detto, ma te lo ridico, e ce lo chiedeva Nina 🧘🏻♀️ prima di cominciare la pratica, perché in effetti non sempre il tuo corpo riesce a performare come vorresti).
Oggi il mio carico di energia è un 8 (io per natura sono un po’ più conservativa di Petra, ma un 8 per i miei standard è un super livello e mi sa che tra poco, finito qui, vado a fare una corsa).
🤌🏻 E il tuo? Oggi? 🔌
Da oggi voglio farmi questa domanda ogni volta che mi sveglio, prima del caffé, prima della doccia, prima di affrontare la giornata. Te la fai anche tu? Non siamo macchine, lo sai? Anche se ti piacerebbe, purtroppo non lo siamo.
📏 E come si misura?
È una cosa che ti senti un po’ tu, se ti concentri. Prova a pensare se ultimamente sul lavoro si sta prolungando un periodo di stress lavorativo, se causa inverno e temperature più fredde è un periodo in cui sei più cagionevole di salute e cedi a raffreddori o linee di febbre senza motivo? Quante ore dormi per notte? Ti svegli stanco anche se non vai a letto troppo tardi? Fatichi a concentrarti? Non riesci ad addormentarti andando a letto? Guardandoti allo specchio noti i segni della stanchezza sul viso?
Ecco, alcune di queste domande potrebbero aiutarti a capire a quale livello di energia sei tu e iniziare a impostare qualche nuova abitudine per recuperare tutti i livelli che mancano. Non sempre, perché alla fine non possiamo essere sempre un 10 (non siamo macchine, ripeto in caso non lo avessi colto), ma se lo siamo per la maggior parte delle volte già è un bellissimo traguardo. ✨
Pensa che il nostro stile di vita prevede spesso impegni, poche ore di sonno, tantissime corse sul lavoro, stress e qualche malessere generalizzato, ed è normale che ogni tanto ci sentiamo scarichi di energia. Prima di affrontare la giornata 💰, prima di ingranare shottandoti due caffé 🥃, prima di catapultarti fuori alle sei del mattino per fare dodici chilometri di corsa 🐅, prima di fissarti di studiare quattro capitoli di seguito 🙇🏻♂️, di metterti cinque call 🤙🏻 una dopo l’altra, prima di organizzare quella cena a casa tua 🥘, fatti questa domanda quando apri gli occhi e accetta di non essere sempre al 10.
Mio spassionato consiglio: segnati tutte le volte in cui lo sei (o dall’8 in avanti magari) e celebra quel momento con qualcosa di bello - può essere il tuo glimmer del giorno a cui dedicare un sorriso.
That said, la mia nuova amica Petra che sta scrivendo le sue “morning pages” a penna sul suo diario, sorseggiano il secondo caffé del giorno e condividendo con me un barattolo di marmellata (comprato ieri e ormai quasi finito), mi confessa che vorrebbe scalare il Kilimangiaro: così, out of the blue, tra una sua riga a penna su carta e una mia riga battuta su questo post. Mi viene solo da pensare “ma che figata!“. 🗻
Io ho ricominiciato a chiedermi qual è il mio livello di energia prima di cominciare la giornata da oggi. Ho ricominciato a correre, ripartendo da quattro chilomentri fatti lentissimi, perché stando ferma due mesi io i dieci chilometri non li riesco più a fare (e ce li facciamo andare bene così). E a breve brevissimi inizierò un nuovo capitolo di vita.
La cosa importante, la cosa bella, la cosa nuova è ricominciare e non per forza dall’inizio, di lunedì, dalla prima riga, semplicemente ricominciare.
Ready. Steady. Go. Adesso. 🐅
Va benissimo dove sei ora.
📌 Post Scriptum
Melbourne📍🇦🇺 è la città dei caffé più buoni del mondo, lo possiamo dire? Poi ce ne sono tantissimi. Io prima di atterrare avevo già salvato cinque o sei angoli golosissimi nella mia mappa, ma potrei (dovrei) stare qui almeno 365 giorni per provarli tutti e forse non mi basterebbero. Se non ci credi, guarda qui 🗺️📍🇦🇺 ☕️. Forse è arrivato il momento di aggiungere una nuova città in quel piccolo Curious About Life?
Ho fatto ridere Petra che chiedendomi cosa andassi a vedere in centro o che piani avessi da turista in città, ha scoperto che io imposto la mia giornata a seconda del primo caffé che prendo — poi comunque succede sempre che andando in quel posto super mega cute e golosissimo per un caffé, io passi davanti anche a tutte le cose più belle che devo vedere. As simple as that. Allora lasciamoci guidare dal caffé.
Sono in un posto bello così, seduta in una panchina di legno al sole perché qui è già estate. Sono da Brother Baba Budan ☕️ : un angolo di Melbs che mi ha consigliato Petra.
Il nome Brother Baba Budan arriva da un Sufi del XVII secolo e la leggenda dice che contrabbandò sette semi di caffè dal Medio Oriente e tornò in India, portando lì il raccolto per la prima volta. È stata la prima operazione cittadina del team Seven Seeds, che è il caffé che servono qui (un po’ secondo la stessa filosofia di Illy, da noi, che da in concessione il caffé solo ad alcuni posti). Come ci si aspetta da una torrefazione di tutto rispetto, per questo angolo di città all’aroma di caffé vale la pena attraversare la città, e secondo te io non l’ho fatto?
Qui trovi croissant 🥐, pain au chocolat 🍫 e qualche fetta di banana bread 🍌, per il resto è proprio tutta una questione di caffè ☕️. Lo spazio è piccolo, con un unico tavolo comune, un minuscolo bar e un totale di circa quinidici posti a sedere (esclusi quelli sul soffitto — qui merita passarci solo per vedere le sedie appese).
Segnatelo, in caso ti capitasse di passare per la mia nuova città preferita (e scusami Melbs se negli ultimi due anni ti ho un po’ odiato, giudicandoti senza conoscerti)📍🇦🇺.
🎂 Mini recap del primo anno insieme
Non mi piacciono (troppo) i numeri, non sono (troppo) data driven e preferisco lasciare le analisi delle performance a chi questo lavoro lo sa fare bene. Però per festeggiare il primo anno insieme qui ho riletto qualche vecchio post, ho guardato anche le performance di questi primi 33 post - ok, è vero che non mi piacciono numeri, dati e grafici, ma ho molto rispetto per tutti e tre, e alla fine ogni tanto un’occhiata ce la do, giusto per conoscervi meglio; ho riletto anche qualche tuo commento, qualche estratto di conversazione nata da questi post ed è stato come ricevere 189 abbracci caldi.
Ecco cosa ho scoperto dopo i primi 365 giorni insieme:
🚀 #1 | La newsletter che avete aperto più volte (e poi dai, è la prima! Merita leggerla se non hai mai letto questi post dall’inizio)
🐑 #3 | La newsletter che ha generato più iscritti (e intanto sempre di più grazie!)
🫶🏼 #7 | La newsletter del primo lunedì di primavera, quando avete letto tantissimo facendole raggiungere il maggior numero di visualizzazioni
❤️🔥 #5 & #17 | Le due newsletter che avete preferito, quelle dove ci avete lasciato il cuore, letteralmente (con 11 likes a testa)
💫 #22 | La mia newsletter preferita, ad oggi. Quella che mi è piaciuto di più scrivere, perché è nata in un posto verde e blu, a metà ottobre e ha generato la conversazione più lunga, più bella, più inaspettata, oltre a una nuova amicizia e quel suggerimento di iniziare a chiudere qualche porta. Un po’ vorrei che da ogni post nascessero conversazioni magiche e belle così, lo ammetto.
🎙️ #24 | Quella con l’ospite migliore di sempre, che non sapevo fosse anche un super ballerino (spoiler qui da basso ⬇️)
Ecco qui. Un mini recap che funziona un po’ come se fosse uno Starter pack 📚 o Welcome Coffee ☕, un po‘ come quando inizi un lavoro nuovo, soprattutto per te che sei arrivato davvero adesso. [Ma poi tu lo sai che qui puoi fare quello che vuoi? Anche rileggere sempre e solo lo stesso post se preferisci e se ti serve. Se non l‘hai ancora capito bene, questo è un posto che serve a te. Ma io so che siamo allineati].
Giusto per capire, prima di farlo sul serio:
Questo è tutto per oggi e io sono contenta davvero molto contenta (e anche un po’ orgogliosa) di sapere che mentre il mondo predilige reel emozionali e velocissimi, creati con low effort e molto probabilmente un po’ di AI, tu abbia invece scelto di leggere queste +5200 parole anche oggi e ti sia dedicato questo tempo lungo, per prenderti questa boccata d’aria anche oggi che è lunedì].
Prima di tornare di corsa al tuo lunedì però, posso chiederti una cosa?
Tu da dove mi leggi oggi? 📍💬
Così, giusto per sapere dove siamo tutti e quanto è grande questa casa. 🌍
Buon primo lunedì di febbraio! Puoi ricominciare oggi da qui 🏁
Ricordati di cercare un glimmer.
xx, Marta