First things first
La prima cosa che fai al mattino?
La prima cosa a cui pensi?
La prima cosa bella a cui pensi al mattino.
Le first things first sono tutte le cose più importanti che fai prima di tutto il resto, più metaforicamente o meno.
Anzi, meglio ancora se detta al condizionale, perché non sono troppo sicura che tu le faccia già. Quindi recappino: “sono tutte le cose più importanti che dovresti fare prima di tutto il resto”, più metaforicamente o meno.
Un po’ come questo paragrafo qui, messo qui prima di tutto il resto, più metaforicamente o meno, come un invito a mettere le prime cose al primo posto, a dare priorità a ciò che PER TE conta davvero, a dare priorità a ciò che PER TE è veramente importante (più che urgente).
Questo paragrafo qui, messo qui e non in mezzo, dopo o in fondo, è un invito a vivere tutto in modo più intenzionale, guidati dai tuoi valori e dai tuoi obiettivi più profondi, senza lasciarti distrarre dal caos delle scadenze.
Quindi sì, una di quelle cose che si sentono dire così bene e così spesso che sembrano altrettanto facili da mettere in pratica, sulle quali sono stati scritti talmente tanti libri e girati talmente tanti reel di TikTok, che un po’ ti viene da pensare, “ma solo io non riesco”. Be’, in questo caso siamo in due.
Sempre di più, che io mi impegni e mi concentri di più o di meno, che lo faccia con intenzionalità o meno, mi rendo conto di quanto sia davvero difficilissimo mettersi al primo posto. “Ma gli altri come fanno?”.
Siamo qui per provarci.
"First things first" è anche il titolo di un principio di gestione del tempo reso famoso da Stephen Covey nel suo libro The 7 Habits of Highly Effective People in cui ci spinge a passare dalla gestione del tempo alla gestione delle priorità, mettendo al centro ciò che dà significato e direzione alle nostre giornate.
Io non lo conoscevo, l’ho scoperto scrivendo questa newsletter e non l’ho (ancora) letto, ma si è appena aggiudicato la prima riga di nota digitale di libri, link e cose da leggere “per quando avrò tempo”.
Non si tratta di fare di più, ma di fare meglio — e soprattutto, di fare ciò che conta.
Ci dice. E ci piace.
Mentre aspetto di trovare il tempo di leggere Stephen Covey (…), approfitto per ripartire da un grazie (che è forse la cosa più semplice, ma anche la più scontata).
Sul capire quali cose prioritizzare per dare una direzione giusta alla mia vita ci sto lavorando da 35 anni. 🚧🏗️👷🏻♀️🦺
Ci arriverò.
Anzi, ci arriveremo.
Il grazie di oggi va tutto a voi che non solo siete qui, vi pendete questa pausa e mi leggete, ma che vi siete lanciati un po’ alla cieca e vi siete iscritti al mio mini club di Snail Mail 🐌💌 (o Lettere di carta) senza saperne neanche troppo, fidandovi di me.
Spoiler: avete fatto bene! 😊
Spoiler 2: vedere che giorno per giorno il form si riempiva di risposte mi ha fatto un po’ anche sciogliere. 🥹 Perché io alla fine queste cose le faccio in primis per me e non so quasi mai bene dove andranno, se andranno e come. Un po’ come la vita.
Spoiler 3 (questo non so se è uno spoiler, forse è solo un’informazione tecnica): avete tempo fino a mercoledì 23 aprile (non casuale amigos, non casuale) per iscrivervi se non l’avete ancora fatto o per fare iscrivere anche i vostri amici, come ha fatto Alessia 🫠.
(Ah! E non fate i timidi quote blu, voi romantici almeno — forse i più romantici sono anche timidi?)
🗓️ Mercoledì 23 (non casuale amigos, non casuale e a breve vi dico perché) vi scriverò io per confermarvi i vostri match e da lì potrete partire a scrivere le vostre letterine di carta. Da quel che ho visto per adesso voleranno verso l’Europa, gli Emirati Arabi, l’Australia, la Cina e oltre — non vi conosco in effetti tutti neanche io, ma già mi sembra che andranno lontanissime.
Spoiler 4 (ma questo era già un po’ palese): io sono mega mega mega felice e mi avete fatto tanto bene. 🙏🏻
Le parole di questo lunedì, che causa festività si prospetta molto lento (almeno da questa parte di mondo) sono (solo) 1665 e si leggono in (soli) 06:39 minuti di (in ordine): sole, caffè e pausa. Anche bello detto così: una pausa caffè al sole. Io oggi passo il caffè e lo sostituisco con uno shot di ginger + curcuma + altre cose miracolose così perché ho un raffreddore balordo 🤧 (forse causa del bagnare i piedi nel mare?). Tu hai una scusa in più per prendere un caffè lento anche per me (e se trovi un cuore nella schiuma di latte, mandamelo!).
Vamossss! Che ho una storia bella da raccontarti.
🎧 “Musica maestro!” — sì, perché per chi non lo sapesse ancora, perché appena arrivato (Hey tu! Benvenuto! 🤗🫶🏻) questa newsletter è da leggere con il sottofondo musicale giusto, se no non vale: lei è bella, merita, sa anche tantissimo di leggerezza da primavera (poi tu lo hai visto questo film? 🎦).
[Per te che sei nuovo — e ribenvenuto! 🤗🫶🏻] La Playlist del Lunedì completa è sempre qui ⬇ e si rimpolpa di novità WoW per diventare la colonna sonora per quando scrivi, studi, lavori, passeggi nel bosco, vuoi concentrarti o ti butti sul letto e resti a guardare il soffitto. Non per forza di lunedì.
🌹 Un libro, una rosa, un’amante e un cavaliere
Hola, hola! Insomma sì, questa Newsletter oggi è un po’ spagnoleggiante 💃🏻 perché sono a Barcellona e un po’ per formazione, un po’ per abitudine, un po’ purtroppo e un po’ per fortuna, mi viene da assorbirlo facile. 🧽
(Il “purtroppo” è solo perché a forza di assorbire questa cultura, poi mi succede di non sapere più tanto bene l’italiano. Te lo dico già da ora e tu abbi un po’ di pazienza se nelle prossime NL non azzecco più i congiuntivi).
Anche qui oggi è festivo: è un lento lunedì festivo. Non è propriamente Pasquetta, ok, e non si fanno le grigliate in giardino, ok, ma è un lento lunedì festivo, in mezzo a una di quelle settimane che se siete fan di WeRoad era una di quelle settimane mega hot 🔥 di cui approfittare per fare una pausa mega lunga.
Aspetta, ti recupero il post dei “6 giorni di ferie per 16 di vacanza”:
Giusto per dire. E se non lo sapevi, poco male, puoi recuperare i prossimi dando una sbirciatina qui.
Insomma, che tu sia a casa solo oggi, tutta la settimana o per le prossime due, non conta: oggi siamo in tanti qui a poterci permettere, regalare, meritatamente, una mattina lenta (almeno da questa parte di mondo).
Se vuoi la scusa per rallentare te la do io con questa newsletter, che spero vivamente oggi ti sorprenda ancora a letto, e se non a letto almeno in pigiama, gironzolando per casa, con un caffè in mano.
La scusa te la do io con questa newsletter e con una bellissima storia che si merita di durare nel tempo, oltrepassare frontiere e orizzonti.
Giusto un po’ di contesto, nel mentre tu mettiti comodo e metti su quel caffé: ti dicevo che sono a Barcellona, città che ormai da otto anni (otto?) un po’ per motivi personali e familiari, un po’ per piacere e un po’ per fortuna, ormai conosco abbastanza bene. E da qui tante delle sue abitudini più belle. Questa città di sole oggi (e da quando sono arrivata) è in fermento perché dopo domani, mercoledì 23 appunto, è San Jordi: una di quelle feste che se non conosci, devi conoscere (DEVI) e che io ho personalmente adottato nelle mie tradizioni di famiglia perché è una di quelle usanze belle e non mie, talmente belle che ho fatto diventare mie (insieme al giorno del ringraziamento).
Arriva da questa leggenda bella qui, tu versati il caffè che io te la racconto:
C’era una volta,
un terribile drago 🐉 che terrorizzava il villaggio di Montblanc.
Per placarlo, gli abitanti di Montblanc gli davano in sacrificio ogni giorno un animale diverso, fino a che non ce ne furono più. A questo punto, il re🤴🏻 decise che ogni giorno un abitante sarebbe stato estratto a sorte e offerto al drago.
Un giorno, il destino scelse la figlia del re come vittima. Triste ma coraggiosa, la principessa 👸🏻 si incamminò nel bosco 🌲 per affrontare la sua sorte. Giunta nel bosco incontrò Jordi, un valoroso cavaliere 🤺 che le promise di salvarla. Quando il drago stava per divorarla, Sant Jordi combatté fino a sconfiggerlo, legandolo con la cintura della principessa. Insieme portarono il drago nella piazza del villaggio, dove Jordi lo uccise definitivamente. 🗡️
Dal sangue del drago nella piazza sbocciò un roseto di rose rosse 🌹.
Jordi ne colse una e la donò alla principessa e tutti a Montblanc celebrarono la vittoria.🍾
E vissero tutti felici e contenti E così ogni 23 aprile, a Barcellona e in tutta la Catalunya, i ragazzi regalano una rosa alle ragazze 🌹 e in cambio ricevono un libro 📕 in un tenerissimo scambio di amore (la rosa) e cultura (il libro), una sorta di invito a coltivare bellezza e pensiero.
Per dirti, lo scorso anno la città si era trasformata a festa così:
🔎 Questa giornata è anche legata alla Giornata mondiale del libro in Spagna, poiché il 23 aprile è anche la data della morte di Shakespeare e Cervantes.
Mi piace questa usanza e mi piace che grazie a questa mini Newsletter del Lunedì, la posso portare con me e condividerla con te (che se un po’ ti conosco, apprezzerai).
È una cosa molto semplice:
🌹 una rosa per chi amiamo
📕 un libro per chi vogliamo far crescere
🌹📕 una rosa o un libro anche solo per noi stessi.
Tu, se potessi, a chi regaleresti la tua rosa? » Spoiler: puoi!
E quale libro metteresti tra le mani di qualcuno?
È anche una cosa quasi magica:
due anni fa, fresca fresca di un viaggio devastante in Islanda [Marta, ancora? Sì, è sempre lui ed è successo tutto lì — o qui per i nuovi arrivati] avevo condiviso questa simpatica leggenda con un amico, che nei suoi due metri di altezza è un personaggio molto più sensibile di quanto si pensi a primo impatto. Morale, aveva riso, gli era piaciuta un po’ se n’era innamorato e un po’ per scherzo in quel momento ci promettemmo (io lo so che è il passato remoto è corretto qui, ma io a volte proprio non lo riesco a sentire — ci siamo promessi?) che se mai ci saremmo rivisti, sarebbe stato l’anno dopo a Barcellona in quell’occasione bella lì. Sapevamo che non sarebbe mai successo, ma l’abbiamo aggiunto ai reciproci calendari lo stesso. Bene, vivi la tua vita che io vivo la mia, alla fine è successo che casualmente lui rientrasse da un suo viaggio proprio il 23 aprile, ci siamo incrociati a Milano, ci ha sorpreso la pioggia, siamo dovuti entrare in un bar e sul tavolo abbiamo trovato un libro.
Il locale, minuscolo ma mega cosy, era un panificio super cute (troppo) che è poi diventato il *PS della Newsletter #10 💌 e il libro non era altro che un insieme di ricette e storie dall’Islanda ( » per i più curiosi: Slippurinn: Recipes and Stories from Iceland, di Gísli Matt, edizioni Phaidon).
In quel momento una notifica di Google Calendar ci ha ricordato che fosse Sant Jordi. Non sapevamo cosa dire.
Quindi ecco, falla tua e rendila un po’ magica anche tu. ✨
🧘🏻♀️Prima di addormentarti
FUN FACT 🙌🏻 della mia vita (e magari anche un po’ della tua): io fatico un botto a leggere prima di andare a dormire. Ebbene sì: “I’m in my 30s — writing about slow Mondays, slow mornings, mindfulness etc. — and I’m not ashamed to admit” (per riprendere uno dei trend Ig/TikTok del momento con qualche libertà poetica che ho aggiunto io) che mi lascio facilmente prendere da abitudini poco sane come lo scrollare passivamente, senza interesse e senza sosta Instagram. Ho 12 mila libri incolonnati sul mio comodino — a Biella e altrettanti a Milano (qui a Barcellona ne ho portato solo uno), sono la prima a teorizzare su mattine lente, presenza e consapevolezza, ma … che fatica signori! Forse sono presente e consapevole solo mentre scrivo qui.
Poi è arrivata lei, quella super donna di Virginia che con un video di 30 secondi (uno di quelli che ho visto probabilmente scrollando il feed prima di addormentarmi), mi ha fatto cambiare idea.
Mi ha detto che:
“le persone che leggono per soli 6 minuti prima di andare a dormire riducono del 68% le loro percentuali di stress”.
Lo facciamo? In questi giorni di lentezza forzata causa ferie, oppure no. In questi giorni di Barcellona in fermento causa Sant Jordi, oppure no. In questo momento della vita in cui ti rendi conto di passare troppo tempo davanti a uno schermo, oppure no. Semplicemente perché hai qualche libro non letto sul comodino, che si merita un po’ di considerazione. Scegli tu “la tua scusa” per farlo.
Lo dice molto meglio lei qui così:
Quindi qui 3 4 libri che ho scelto io, e magari ispirano anche te:
Blue Sisters di Coco Mellors
Il libro più instagrammato dei café di Melbourne, che mi sto dimenticando di comprare da febbraio
Intermezzo di Sally Rooney
Il libro che leggerei se fossi a casa a Biella, l’ho lasciato lì (ed è anche la versione con la copertina di velluto blu)
L’Alchimista di Paulo Coelho
Il libro che mi ha consigliato mio cugino Edoardo (una scoperta di persona) e che ho trovato per caso sul comodino in camera qui a Barcellona
Le tartarughe tornano sempre di Enzo Gianmaria Napolillo
Un libro che quando deve tornare, torna (esatto, sì, te l’ho già suggerito qualche Newsletter fa, ma 1. non tutti siete qui da sempre e 2. repetita iuvant). Un po’ evergreen.
In alternativa, vale leggere anche una delle Newsletter del Lunedì che hai in arretrato o che ti fa piacere rileggere (anche perché ti parlando sempre in un modo diverso, prova a farci caso).
Tutte le puntate precedenti le trovi qui.
🦦 Buona mattina lenta
E niente, oggi vorrei parlarti anche di libertà, di tutta la libertà che ho io in questa vita e a questa età [Aiuto! Mentre scrivo questo paragrafo all’improvviso mi sembra di averlo già scritto e di essermi già trovata in questo esatto momento di vita — è un déjà vu?! 🌁 Ok, scusa, ripresa].
Dicevo: oggi vorrei parlarti anche di quanto a volte questa troppa libertà forse sia poi troppa, vorrei parlarti di quella sensazione bella lì di quando mandi un CV e all’improvviso ti immedesimi in quella nuova vita, in quel nuovo ruolo, in quella nuova città e con quel nuovo cappello in testa.
Oggi vorrei anche condividerti una cosa molto (molto) intelligente che mi arriva da una conversazione con la mia amica Yun (una delle donne che più stimo al mondo).
Oggi vorrei sapere anche se, quanto e come parli del tuo lavoro, e poi a seconda di cosa mi rispondi vorrei dirti tante cose.
Oggi vorrei anche parlarti di come mi sembri di vivere in una strana e costante attesa che qualcosa cambi, che le cose belle arrivino, che un qualcosa accada, che un qualcuno arrivi, come se qualcosa dovesse in qualche modo per forza cambiare, che le cose non siano già abbastanza belle, che non abbia già tutto e tutti quelli che debba avere, vorrei parlartene per chiederti se succede anche a te e se ti ci ritrovi.
E invece sai cosa?
Oggi no: questo lunedì lento così lo lascio a te, perché tu te lo viva davvero tutto come piace a te. Mi hai letto fino a qui e sono già molto felice così, il nostro tempo assieme lo abbiamo avuto e mi piace che ti resti la storia bella contenuta nella leggenda. 🌹📕Per il resto, scegli tu come trascorrere (o no) la calma di oggi: regala un libro a chi vuoi tu, una rosa rossa a chi vuoi tu e se non sa questa leggenda, raccontagliela tu.
Tutto il resto che ti volevo raccontare oggi, prima o poi te lo racconto, magari sotto forma di un’altra storia, in uno dei nostri lunedì lenti. Abbiamo tempo.
Da quando poi ho scoperto che saper raccontare storie è direttamente proporzionale al saper risolvere i problemi, farlo mi piace ancora di più. Grazie Cosmico. 🙏🏻 E se tu non lo sapevi, adesso lo sai.
📮 Mini recap sullo Snail Mail Club: iscriviti fino al 23 aprile!
Nel nostro mondo che corre ai mille all’ora, c’è un piccolo spazio di resistenza poetica: lo Snail Mail Club 🐌💌 (le nostre Lettere di carta). È uno spazio senza notifiche, senza spunte blu e “Visto alle”; solo carta, penna (di tutti i colori che vuoi) e il piacere di aspettare. Praticamente un piccolo frammento di tempo sospeso. 🀢
Ma nel nostro mondo che corre ai mille all’ora, siamo ancora capaci a provare “piacere” nell’aspettare?
Chiedo per un’amico.




✨ Cos’è lo Snail Mail Club?
È una sorta di club (a me qui piace dire “mini club” perché il nostro è effettivamente molto piccolo e molto intimo, molto vero, spontaneo e bello così) dove persone da ogni parte del mondo si scambiano lettere di carta e scritte a mano (in questo caso, persone tra gli iscritti di questa “mini community famiglia”). Non ci si scambia email, messaggi, audio o video note (sono boomer, sì, ma ho amiche giovani che mi insegnano a stare al passo con questo mondo che va ai mille all’ora): ci si scambia lettere vere, scritte a mano, con tutti i typo, gli errori e le sbavature del caso, che viaggiano con i tempi biblici dei sistemi postali ai quali le affidiamo, insieme a tanta speranza, qualche preghiera e la casualità delle condizioni meteorologiche.
Insomma le probabilità che la tua lettera di carta inviata con il piccione viaggiatore arrivi a destinazione (o che ci arrivi la sua risposta) sono remote (e tanto più remote quanto lo è l’area in cui ti trovi). Però ecco, diciamo che se la tua lettera contiene un messaggio importante, se arriva puoi dire che è stato il destino a volere che arrivasse. Ça va sans dire!
📮 Come funziona lo Snail Mail Club?
Ci si iscrive tramite questo mini form ✍🏻 (qui è tutto mini) entro mercoledì 23 aprile e poi sarò io a inviarti il contatto del tuo “pen-friend” (pen-pal, amico di penna, match o come lo vuoi chiamare 🤼). Da qui si comincia a scrivere: cosa scrivere? Tutto quello che vuoi tu, quando vuoi tu: pensieri, dubbi, poesie, racconti … e nella busta puoi allegare disegni, scarabocchi, fiori secchi, adesivi, sogni in una piccola opera unica, molto libera e molto tua.
🤝 Perché fare lo Snail Mail Club?
Per rallentare. Per imparare ad aspettare. Per riscoprire l’intimità di una conversazione lenta, scritta a mano e senza spunte blu. Per ritrovare il piacere dell’attesa, del non sapere (se e quando la tua lettera sia arrivata a destinazione, se e quando ti arriverà una risposta, cosa conterrà, ..).
Te lo dico con una metafora: perché una lettera è un abbraccio di carta.
💌 Chi si può iscrivere allo Snail Mail Club?
Tutti. Io, te, i tuoi amici, i tuoi genitori, i tuoi colleghi, i tuoi fratelli, le tue sorelle, fidanzate, amiche e fidanzati delle tue fidanzate (ops, qui ci siamo aggrovigliati 🧶). Però ecco: tutti! Il concetto è questo. Non serve essere scrittori, anzi, credo sia più bello non esserlo affatto: più è spontaneo e autentico, meglio è. Basta voler raccontare e ascoltare. Non ci sono vincoli di genere, di età, di ruolo, di — che altri vincoli ci possono essere? Comunque non ci sono. E anzi: più siamo e più diversi siamo, meglio è.
E tranquillo: puoi parlare dello Snail Mail Club 🐌💌 (anzi devi) non c’è nessuna prima regola che vieti di farlo (in caso ti fossi confuso con il Fight Club del film).
L’unico mini vincolo (dai, è mini) è l’essere parte di questa mini famiglia: ma se gli amici che vorresti coinvolgere, ancora non mi leggono, sai benissimo tu dove dirgli di iscriversi. 😉
Questo gioco è un’amplificazione del tempo dedicato nella lettura di queste Newsletter del Lunedì, tra chi ha preso confidenza con le mattine lente e le pause al sole (o non ancora troppo, ma ci vuole provare), tra chi vuole dedicarsi un piccolo regalo e un momento tutto suo.
E poi anche perché se ci pensi: quando è stata l’ultima volta che hai scritto… con il cuore? 🤫 [Non devi dirlo a me, ricordatelo. È l’ennesima domanda retorica di questi lunedì].
📌 Post Scriptum
¡Hola tú! E oggi come stai? Dimmi che ti sei preso una mattina lenta bella e che la colazione la fai con calma. ☕️🥐🥞🫐🥣🫖
Ma che poi forse io non te l'ho mai chiesto (o forse sì, ma saranno trascorse 30 newsletter — rinfrescami la memoria):
Questi Post Scriptum, queste Newsletter e ancora prima il caro e vecchio Blog su curiousaboutlife.it (RIP), antesignano di Substack, erano nati come una sorta di inno a Milano, quella città da odi et amo che manco Catullo. Però poi lo sai com’è la vita (o forse no, ma tranquillo, neanche io): la vita ti sorprende, non fa quasi mai quello che ti aspetti e alla fine può succedere che mentre sei lì ad innamorarti di Milano, e con lei di tutto quello che per te significa, ti ritrovi a Barcellona.
E allora che si fa?
Si fa che lo stesso romanticizzare la vita e i lunedì, lo stesso gironzolare per la città senza meta in stile flâneur che hai sempre fatto per Milano, te lo porti a Barcellona. E poi vedi come va.
E se ti capita di passare da Barcellona scrivimi, è molto probabile che tu mi trovi a fare colazione qui:






Un locale minuscolo. Non c’è quasi mai posto appunto perché è minuscolo e poi perché grazie a qualche influencer e content creator bravo è diventato famosillo.
Però se ci vai su settimana, potresti essere più fortunato, al punto da sederti sul bancone che da sull’esterno, o da vederlo semi vuoto, nel pieno della sua mattina lenta, come è capitato a me.
A scelta: pane, burro e marmellata, cappuccini con il cuore e biscotti come a casa, ma brandizzati La Camila. Probabilmente se io mi chiamassi Camilla, verrei tutti i giorni qui.
E poi appunto, è minuscolo, ci piace. Se mi vieni a trovare a Barcellona, ci torniamo assieme.