#6 | La Newsletter del Lunedì
Di gelati che si sciolgono al sole, cani che scodinzolano senza motivo, frasi gentili che ti parlano e di tutti quei micro momenti di benessere che ti fanno sorridere il cuore.
[First things first: che bello ritrovarti qui anche oggi! Grazie 🙏🏻🤍🫠 Approfitto per dirti una cosa, perché pensavo fosse scontato ma mi hanno detto che non lo è: i disegni che trovi in giro per questi post fanno parte di quel tempo che dedico a me stessa e mi regala energie; quindi sì, li faccio io. Tu l’avevi capito? Ti piacciono?].
Le parole di oggi sono 4133, si leggono in 16:31 minuti e la parte più bella è in fondo (l’ultimo paragrafo del post scriptum 🤫).
🦦 Ma tu quando sei felice, ci fai caso?
Devi avere pazienza. Questa newsletter non ha un vero e proprio senso logico, lo ammetto. Fluttua un po’ con i miei umori, con le cose che mi succedono in settimana e con le persone che incontro. È un po’ imprevedibile, come tutti i miei cambi di energia. Di base l’obbiettivo è che comunque arrivi a parlare anche a te, e che viaggiando per il suo flusso incontri il tuo (poi nello specifico, per te che attualmente ti trovi in quella fase di blocco di vita da cui è nato tutto questo progetto anche per me, ti dia speranza - se poi ti rendi conto che non è più così, scrivimi).
Dico che questa newsletter fluttua un po’ con i miei umori, perché era nata per districare qualche pensiero pesante, spesso e ingarbugliato a causa di molteplici coincidenze, più o meno relazionate a situazioni pesanti, spesse e ingarbugliate da burnout e lavori peso (se sei arrivato adesso, trovi un mini recap qui), ma ultimamente mi sono persa un po’ a fare caso a come sto meglio rispetto a qualche mese fa.
E sai cosa ti dico? Forse mi piace molto di più perdermi a identificare le cose belle e focalizzarmi sui miei piccoli momenti di benessere, a fissarli sulla carta, poi qui, poi nella mia mente, per lasciare che inneschino nel mio corpo un po’ di serotonina (e dopamina, ossitocina, endorfine) e insomma tutti quegli umori del benessere che sono rimasti degli estranei nel mio corpicino apatico e vuoto, per troppo tempo.
In questi giorni sono a Barcellona, quella città di luce e sole, che mi aiuta a ricaricarmi di energia positiva (ps: il posticino per il caffè che ti consiglio oggi è bello bello 🤫) e ho già riscritto questo post tre volte, perché proprio mentre mi concentravo su piccoli momenti che hanno a che fare con la felicità per regalarti questa boccata di aria fresca, mi sono resa conto che la pratica di concentrarsi sui micro momenti di benessere in realtà è comune, ha un nome, viene studiata e ha effetti benefici concretamente riconosciuti. Ora ci arrivo.
🦦 Sei felice?
Sì, tu. Sei felice? Partiamo da una domanda un po’ così. Tra l’altro, forse stavi bene fino ai pochi secondi prima che te lo chiedessi 🥹. Come ti senti quando ti chiedono se sei felice? Perché io mi sono accorta che a me mette a disagio e sono curiosa di sapere cosa ne pensi tu. A tanti non piace, sicuramente fa riflettere.
Mentre ti interroghi (o ti senti a disagio), io rifletto e mi immagino che se ti dovessi chiedere cos’è la felicità, mi sapresti rispondere con una definizione da libro o meglio, da AI - esperimento che ho fatto davvero, fiduciosa del fatto che quasi sicuramente ChatGPT non la proverà mai, eppure sa perfettamente cosa significhi. E infatti mi ha risposto alla perfezione:
Ma non per tutti è così facile rispondere. Ci sembra così nota e conosciuta, ma poi ci sfugge. Ne andiamo sempre alla ricerca e se non la troviamo restiamo insoddisfatti. Ne sentiamo parlare fin da bambini, in quelle ultime righe di di favole che ci piacciono tanto e ci fanno sognare: “E vissero tutti felici e contenti”. Ma in che senso felici? Tu quando sei felice?
Torniamo alla definizione da AI:
“Può anche essere coltivata attraverso atteggiamenti, prospettive e pratiche come gratitudine, consapevolezza e gentilezza”.
✋🏻 Fermiamoci qui: tu come coltivi la tua felicità?
Nel mio periodo un po’ di blocco, mentre ero in riserva di energia, mi sono spesso resa conto di non essere felice, ma nello stesso tempo non sapevo cosa mi servisse per esserlo. Ricordo che una volta parlando con Alejandro (potente energia Made in Spain che unita all’energia della mia Persona-Vitamina Sophie crea un’esplosione 💥) durante la mia crisi esistenziale, era uscito proprio questo discorso. Io che gli dicevo di aver appena mollato tutto per avere finalmente il tempo e le occasioni per cercare la mia felicità, serenità e simili. E lui che con molta nonchalance e senza troppi giri di parole era intervenuto dicendo che la felicità non la trovi andando in un altro posto, cambiando lavoro, o arrivando alla fine di un percorso.
“Sai Marta? Magari può anche essere che la felicità te la costruisca tu ogni giorno, da ferma e stando al tuo posto, poco a poco”.
Ecco: in quell’occasione, per la prima volta, ho interpretato la felicità da un altro punto di vista e da quel momento mi sono tenuta dentro quella sua considerazione, lasciando che ogni tanto mi venisse a trovare (insieme a Vestrahorn, al ghiaccio e ai tramonti islandesi 🤍).
Cresciamo pensando che il nostro giorno più felice sarà quando ci laureeremo 👩🏻🎓, quando ci sposeremo 🤵🏻♂️, quando avremo dei figli 👧🏻, quando ci innammoreremo 👩🏻❤️👨🏻, o innamoreremo di nuovo 👩🏻❤️👨🏻, quando andremo in pensione 👨🏻🌾, quando vivremo per sempre felici e contenti ✨. Nel mio piccolo, mi sono accorta che non necessariamente perché ti stai laureando sei felice, o perché sei innamorata sei felice (felicità e amore sono sempre andati a braccetto nella mia testa).
Anzi, se ci pensi, magari sei stato felice proprio questa mattina svegliandoti, perché avevi fatto un bel sogno, o al pensiero che avresti condiviso la colazione con la tua persona preferita. Magari ti ha reso felice un cane che attraversava la strada sorridendo; quel messaggio; quella canzone inaspettata; il riconoscerti nella frase di un libro. Ti ha reso felice osservare il naso della tua bimba mentre l’abbracciavi; o osservare quella tua ruga in più, che ci hai messo così tanto per fare nascere (e qui Anna Magnani ci insegna).
E allora vedi che alla fine forse la felicità si coltiva davvero un po’ per volta, giorno per giorno?
Passiamo così tanto tempo ad analizzare e ad ossessionarci per le cose negative nelle nostre vite e nei nostri passati, che alla fine abituiamo il nostro cervello a notare troppa negatività. Avrebbe più senso, invece, utilizzare la nostra energia mentale per cercare le cose positive che ci nutrono e ci guariscono.
Bene, la newsletter ti oggi parla di queste cose belle, di questi micro momenti di benessere che hanno davvero un nome, vengono studiati, cercati e ricercati dagli psicologi: si chiamano glimmers.
🦦 Perché dovresti cercare i glimmers?
Perché più ne cerchi, più ne trovi, più sei felice.
🔎 Il termine "glimmer" è stato introdotto per la prima volta dall'assistente sociale Deb Dana, nel suo libro, "The Polyvagal Theory In Therapy: Engaging The Rhythm Of Regulation". Sono micro-momenti che ci fanno sentire più felici, speranzosi, al sicuro e connessi.
L'ergoterapista Bec Secombes li descrive come "un appagante piacere sensoriale che riempie qualcuno di fervente estasi".
Di solito, le persone altamente sensibili hanno un sistema più attento ai "triggers" (= minacce), ma questo stesso sistema nervoso si adatta rapidamente anche a segnali e ambienti che sono sicuri e solidali. In altre parole, i rilevatori di "glimmer" sono come rilevatori di metalli su steroidi: sono potenziati e sempre pronti a gioire della bellezza della vita.
Detto più semplicemente: i glimmers sono la cura per la tua salute mentale. In una giornata grigia, difficile o quando stai attraversando un momento più complicato nella tua vita, ti offrono un pulsante di reset. E da lì, va da sé che uno stato mentale più sano ti fornisca più energia e più ispirazione per fare tutte quelle cose che al contrario potrebbero sembrare difficili.
Nella mia prima mail, quella in cui ti ringrazio per la tua iscrizione a questo mio progetto, ti dico che queste “Newsletter del Lunedì alle 10:00” sono per te se: “ti commuove la banalità del mare”. Eccolo qui: un altro glimmer. Quel commuoversi sano e genuino, di fronte a una cosa bella che ti fa stare bene è un glimmer (chissà se Riccardo e ‘I Pinguini Tattici Nucleari’ lo sanno).
Ok, ok. Sono d’accordo con te: in una situazione di blocco-vita, apatia, tristezza, è molto difficile individuarli. Anzi, a volte ci troviamo proprio in quello stato mentale in cui il nostro cervello è incline a ricordare e notare solo le cose associate a emozioni negative come il pericolo o le perdite e questo ci impedisce di notare le cose positive (questo è stato anche il mio stadio di vita per lungo tempo, e solo pochi mesi fa; ogni tanto torna, ma nel frattempo voglio recuperare tutti i glimmers che mi sono persa - e voglio lo faccia anche tu 🫵🏻). Ecco: con questa “Newsletter del Lunedì” ti voglio dimostrare che anche da quei momenti si esce.
Per farlo mi sono documentata in modo da offrirti qualche studio serio a supporto e una cosa un po’ più data driven e meno Marta driven. Bene: ho scoperto che è utile vedere i vari stati del sistema nervoso che sperimentiamo come una scala:
nella parte più bassa della scala, c'è lo stato di congelamento ❄️ Qui sei paralizzato, ti senti inutile, ti disperi e ti senti intorpidito. Ti viene da piangere, ti viene da isolarti o dissociarti. La tua pelle è fredda, la tua postura è afflosciata, il tuo sguardo è spento e fai molto poco (con tantissima fatica).
uno scalino sopra, c'è lo stato di lotta o fuga 🤺 Qui senti la demotivazione, la rabbia o l’ansia; ti impegni a fuggire, in tentativi di confronto o movimento fisico; i tuoi muscoli sono pronti per l'azione e il battito cardiaco è più alto.
in cima alla scala, ci sentiamo al sicuro e socialmente impegnati 🪬 Qui il tuo sistema nervoso si sente centrato e connesso; ti senti creativo, sai risolvere i problemi e ti senti in connessione con il mondo intorno a te; il tuo cuore è calmo. In questo stato, il tuo corpo entra anche in omeostasi, dove si regola da solo e ti è più facile vivere esperienze di glimmer.
Questo più o meno. Chiedo già scusa a tutti i medici in sala, in caso abbia usato termini poco consoni o poco di settore: la mia vuole essere una spiegazione accessibile più facilmente, ai più.
E qui ne approfitterei per capire una cosa, se ti va di dirmelo:
Questi micro momenti di benessere sono il valore aggiunto di una vita vissuta attivamente e non passivamente, grazie ai quali passiamo dalla modalità di sopravvivenza a quella di prosperità. 🫶🏻
Sono micro-momenti di bontà che aiutano il nostro corpo a scaricare l'accumulo di cortisolo da situazioni precedentemente stressanti, così possiamo tornare a uno stato calmo in cui ci sentiamo inclusi.
Con l’Islanda 🏔️, quella cascata è stato il primo glimmer e con lui lo sono diventati il suono della pioggia, le lunghe distese di strada in macchina, le canzoni che mi parlano, l’osservare gli arcobaleni. Con Bali 🌺, lo sono stati i cieli di fuoco al tramonto, gli incontri di persone che viaggiavano alle mie stesse frequenze, i respiri profondi e i bagni in mare. A Milano 🌃 diventano glimmers quotidiani le passeggiate lente a piedi e senza una meta, le opere d'arte, un caffè preso al sole con qualcuno a cui voglio bene. A Biella 🏡 lo sono la casa che profuma di pane appena fatto e che risuona di musica che fuoriesce dagli LP, la Pepa che scodinzola in giardino e la consistenza degli alberi.
🧘🏻♀️ Ora: compiti per te che hai detto di trovarti nella Fase 3 🧘🏻♀️
Riconosci ciò che stai sentendo senza giudicarti.
Semplicemente nomina la tua emozione come un fatto del momento.
Fai un respiro profondo attraverso il naso, immaginando di gonfiare la pancia con l'aria; trattieni per 4 contate, quindi espira tutto per 7.
Ripeti tre volte. In questo modo, "ripristini" il tuo cervello lontano dalla modalità di paura verso uno stato più centrato e attivi anche il tuo sistema nervoso parasimpatico.
Visualizza cosa direbbe a te il tuo ‘modello di ruolo’ (perché molto probabilmente tu in questa fase non riusciresti a essere gentile con te stesso), fermati lì e respira in quella sensazione.
Resta in quel glimmer.
Un altro consiglio che mi sento di darti è di provare a fare quelle passeggiate da flâneur che ogni tanto faccio io, in giro per la tua città, in mezzo alla natura o su isole lontane. Le puoi chiamare “passeggiate dell'ammirazione” o "spedizioni alla ricerca di glimmers". Non serve molto. Io a Milano le faccio perdendomi e riperdendomi nel quartiere di casa, passeggiando da Corso Magenta fino in Duomo, entrando in Villa Necchi e sbirciando i fenicotteri di Villa Invernizzi, o semplicemente entrando in una libreria, o in quei due o tre negozi che mi creano questa stessa sensazione (in ordine: Zara Home, il -1 in Rinascente e & Other Stories - rigorosamente senza comprare nulla).
Anche testimoniare tutto con qualche foto per me è un buon modo per concentrare la mia mente, e se poi scelgo di condividere le foto online, diventa ulteriormente un modo per riflettere (oltre che un diario visuale della gratitudine).
Ora capisci perché a volte pubblico così tanto? 🤳🏻
🦦 Eppure non è sempre stato così
Sono arrivata a luglio in riserva, vero. Inconsciamente (o forse per necessità), in quel periodo lì, mi sono concentrata troppo in una produzione di pensieri arzigogolati e disfunzionali che non sempre mi hanno fatto bene e in parte mi hanno lasciata senza energia. Da qui ho scelto di rinunciare a tutto per dedicarmi a vivere una vita di micro momenti di benessere. Non chiedermi come abbia fatto a non annoiarmi per così tanto (o così poco, dipende un po’ dai punti di vista e dal livello di riserva in cui ci si trova), ma in effetti, esclusa la parentesi estiva in quel di Bali (leggi leggi leggi qui) ho trascorso sette mesi a spasso per Milano, a riscoprire tutti quegli angoli di città che mi ero persa e a scoprire per la prima volta quelli nuovi.
Mi è sempre piaciuto gironzolare a vuoto per la città, anche senza un mare o dei ghiacciai sotto i quali sentirsi piccoli. Lo facevo appena arrivata a Milano, quando ero ancora in università e non avevo lezione. Una volta iniziato a lavorare, non vedevo l’ora che fosse il weekend per i risvegli lenti al sapore di caffè in posticini nuovi (ma va?!). Poi il lavoro, la quotidianità, una vita fatta di priorità sbagliate, mi ha inglobata e ho smesso. Sono tornata a nutrirmi di passeggiate urbane da flâneur, caffè al caramello, colazioni alla marmellata di albicocca da prendere rigorosamente al bar, corse da pelle d’oca anche se a metà mattina e pagine di quaderni colme di pensieri, solo pochi mesi fa.
Oggi mentre mi approcciavo a scrivere questo post, mi sono accorta che tutti questi micro momenti di benessere che ho deciso di instaurare nella mia vita da qualche mese a questa parte, inconsciamente, sono state la mia cura per l’umore, per la mia salute mentale e per il mio fisico: amici, sono state la mia salvezza! Oggi mi sono accorta che tutti questi micro momenti di benessere, sommati, fanno il sole. E servono per superare i momenti grigi.
Non ho mai pensato più di tanto a cosa ci fosse dietro, sono sincera. Mi è sempre piaciuto uscire senza una meta e lasciarmi trasportare dall’istinto verso un po’ di arte, quel nuovo locale che a breve sarebbe stato preso d’assalto dagli influencer, il verde di una passeggiata, scrivere con vista, guardare un cane che passa, un tramonto, un alba (queste ultime due non a Milano, perché la città è piatta e non vedo nulla di troppo naturale). Ripeto: oggi scrivendo a te, mi sono resa conto che a parte il fatto che mi piace farlo, questa cosa mi fa proprio stare bene.
A maggior ragione quando poi ricevo pensieri come questo:
Eppure non sono sempre stata brava ad identificarli. Anzi (ho qualche mese di down e apatia da recuperare). Per mesi, non ho sentito il gusto delle cose che mangiavo, il profumo del caffè, il calore di un abbraccio, il tepore di un raggio in fronte, il freddo dell’acqua della doccia al mattino. Eppure ero sempre io, con lo stesso caffè, gli stessi tanti degli stessi abbracci, gli stessi raggi di sole e la stessa doccia. Solo che ero incapace di vedere il bello di tutto ciò, ero apatica (o come ho imparato oggi: mi trovavo nella parte più bassa della scala, nello stato di congelamento ❄️).
Questo per dirti che capisco bene se pensi che non sia sempre facile cercare e poi individuare i glimmers. Io, in quel triste momento di vita lì, mi nascondevo su un divano, procrastinavo sfrenatamente al telefono invece di fare quello che avrei dovuto fare, trovavo tutto immensamente pesante e opprimente. Non trovavo quei glimmers, ma posso dirti? Non li cercavo nemmeno, perché non ne avevo la motivazione. Anzi, neanche sentivo di meritarli. Poi c’è stata l’Islanda e quella scossa gelida (che ti racconto qui), fino ad arrivare a una telefonata con mia mamma, mentre ero dalla parte opposta di mondo, in cui ho esordito dicendo che era bello un tramonto. Lei con molta calma e un sorriso che era facilmente percepibile anche dall’altro emisfero, mi ha risposto che le cose belle c’erano sempre state, ma ero io a non riuscire a vederle. Era davvero così.
🦦 Ma quanto è faticoso essere felici?
Tanto, se pensi a tutto quello che non hai.
Tanto, se ti confronti con chi ti sembra abbia più di te.
Tanto, se vuoi quello che non puoi avere.
Tanto, se ti crei l’aspettativa grandiosa che la felicità sia qualcosa da rincorrere a tutti i costi.
Tanto, se pensi che davvero devi essere felice.
Diventa addirittura frustante il peso di dover essere felice perché vedi gli altri più felici di te.
La felicità si porta tanti pregiudizi dietro, ecco perché viene vissuta spesso come un peso. Si porta dietro tanti pregiudizi, perché se ci pensi, non sappiamo nulla di cosa succede agli altri. E invece, come arriva, se ne va. Te la guadagni, ma non deve esserci per sempre. È bello rincorrerla, ma allo stesso tempo accade e non abbiamo potere nei suoi confronti. In alcuni momenti viene anche persa. E sempre di più mi accorgo che un po’ ha davvero ragione Ale: la felicità non ti accade, te la costruisci pezzettino per pezzettino.
Poi, a caso, mentre sei impegnato a costruirtela pezzettino per pezzettino, può anche succedere che ti colpisca in pieno petto (nello scontrarti con una magnolia in fiore, per esempio 🌸).
Ecco: inizia a fare caso a quei momenti lì, quei momenti di felicità piccolini che però se messi insieme tutti, fanno qualcosa di grande, ti regalano il buonumore e pensieri positivi. Quei glimmer lì, che abbiamo appena imparato, quella sensazione piacevole che, in un modo o nell’altro, ti fa sentire al sicuro. Quei momenti della tua giornata che ti riempiono di felicità, allegria, pace, gratitudine.
Prova a riconoscere questi attimi di felicità inaspettata, magari segnateli su un diario, perché può essere un grande aiuto per la tua salute mentale. Se alleni la mente a riconoscere questi momenti di mini benessere, sarà sempre più facile rendertene conto, ne troverai sempre di più e con maggior frequenza.
🦦 La felicità non accade, la costruisci
È allenando la tua mente a riconoscere i tuoi glimmers che costruisci la tua felicità quotidiana, guardando al cosa c’è, invece del ciò che manca, coltivando i tuoi obiettivi e la tua identità. Quando ti senti te stesso, ti senti felice?
Trovare il modo per essere felici è una competenza che acquisisci.
E qui arriviamo al bello, soprattutto per te che più volte mi hai detto di trovarti in una situazione un po’ delicata/tesa/pesante/e di stallo sul lavoro: cosa ti rende felice nel tuo lavoro (quel posto in cui trascorriamo in media 35h settimanali). Pensaci.
1️⃣ Magari il rapporto con i colleghi? È abbastanza provato che il rapporto positivo con i colleghi influisca anche sulla produttività. Confermo che io non volevo lasciare il mio lavoro, anche nella mia fase di burnout, per paura di perdere quei colleghi a cui volevo così bene, perché è vero che quando si hanno dei complici in momenti difficili è tutto più semplice. Ma poi mi sono resa conto che sul lavoro nascono delle amicizie che anche (soprattutto?) senza il lavoro, continuano.
2️⃣ L’essere flessibili? Essere padroni del proprio tempo e spazio per gestirsi in maniera autonoma aiuta a conciliare e a sentirsi integri, qualcosa che aiuta a sentirsi liberi, felici e a poter fiorire.
3️⃣ Il sentirsi utili per gli altri? Magari è la visione dell’impatto reale e l’esito di ciò che fai, come avere degli obiettivi e vedere dei risultati ad aiutarti ad andare avanti.
4️⃣ Anche il senso appartenenza credo aiuta a mitigare lo stress.
📚 Compiti a casa per tutti!
Cerca i tuoi bagliori unici intorno a te.
Cerca i tuoi mini momenti di felicità quotidiana e focalizzati su quelli prestando attenzione alle cose giuste, a ciò che hai, non a quello che ti manca. Impara a vedere quelle cose belle nella tua quotidianità e a farti condizionare dalla loro forza. In questo modo sì che puoi essere felice (sì, anche tu che fai no con la testa e che pensi che io ho tutte le risposte alle domande). Non le ho tutte, ma sono contenta di come sta andando avanti questa vita priva di tanto di quello che avevo prima.
Insomma, parlando di glimmers, ciò che tutti dovremmo fare è una ricerca di tutte quelle bellissime sensazioni che, seppur minuscole, giorno dopo giorno ci permettono di innescare dentro di noi magnifiche sensazioni di gioia, benessere e sicurezza. Dovremmo viverle appieno, con consapevolezza e in pace, per portarle sempre dentro di noi e godere di uno stato di positività duraturo, per curarci dentro con piccoli assaggi di benessere costanti, diventando padroni di ciò che proviamo e di come lo viviamo.
Andare alla ricerca di questi micro momenti di benessere è la ricetta migliore per una vita più felice, più calma e più consapevole e connessa.
E la prossima volta che sei felice, facci caso!
📌 Post Scriptum
Una colazione buona ☕️ + un libro leggero 📖
Per la colazione buona di oggi ti porto in un altro di quei posti in cui se vado sono felice. Un posto in cui la prima volta che sono andata, sono stata felice (e me ne accorgo forse solo ora). Un posto in cui sono tornata qualche mese dopo e sono stata altrettanto felice. E sempre solo ora mi accorgo di come entrambe fossero occasioni belle, bellissime, giorni super semplici che volevamo rendere speciali. Entrambe le volte erano giornate da iniziare lente e dolci, nel mezzo di settimane di fuoco.
Raw Studio è un posto dalle vibes un po’ nordiche e del cibo home-made e al passo con le stagioni, di quelli che su Instagram organizzano sempre un sacco di eventi belli, cool, con ragazzi con il cappellino e le t-shirt personalizzate. Uno di quei posti dove scegli il caffè più fotogenico, perché è talmente tutto curato e sofisticato che non puoi non pubblicare uno scatto. È uno di quei posti che sa un po’ di casa, ma con più dolci sul bancone.
È uno di quei posti che sa molto di sabato, in qualsiasi giorno della settimana, e che proprio di sabato è inavvicinabile.
Il libro leggero che ti consiglio è divertente e spiritoso (e forse anche un po’ inaspettato): The Little Book of Otter Philosophy. È stato uno dei primi regali di una persona che ha saputo volermi molto bene (a cui ancora oggi voglio molto bene e che con poche parole cercava di insegnarmi a vedere un po’ del sale della vita). L’ho letto tutto solo ultimamente e mi sono accorta di come le sue pagine mi aiutino ad affrontare con più semplicità la vita, a riposarmi dalla frenesia quotidiana e a strapparmi dei sorrisi.
Le lontre sono animali saggi, dimostrano il loro affetto con abbracci forti forti capaci di abbassare i livelli di stress, si mantengono giovani, allegre e curiose, perché giocano tanto e riconoscono i benefici del gioco tanto da lasciare sempre un po’ di spazio a quei momenti lì nella loro quotidianità; si costruiscono un loro piccolo nido per rilassarsi ed essere se stesse; si creano una solida rete di rapporti. Alle lontre piace osservare il mondo con occhi pieni di meraviglia, cercando sempre il divertimento, le piccole gratificazioni immediate e qualche risata. Le lontre sono i miei animali preferiti.
Ecco: che queste 160 pagine ti siano di ispirazione per assimilare lo stile di vita di questi teneri animaletti e per imparare da loro a dedicare un momento della giornata solo a te, a divertirti e a trarne benefici. A vivere con meno stress e tanta felicità e creatività in più.
Concediti un po’ di sano spasso nella tua quotidianità e sii pronto a cogliere al volo ogni nuova opportunità.
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Grazie per avermi letta fino in fondo. Ora tocca a te: vai alla ricerca dei tuoi micro momenti benessere (anche oggi che è lunedì) e poi raccontameli.
Buon nuovo lunedì! Cerca il tuo glimmer della giornata e lascia che sappia di sabato ✨
Ci vediamo settimana prossima.
Con affetto, Marta