#27 | La Newsletter del Lunedì
Di stelle cadenti, altalene che volano altissime, giri di giostra e istanti di vita che durano un flash, ma vorresti andassero ASAP (dove ASAP significa As Slowly As Possible).
[First things first: oggi la serie di grazie di questo paragrafo la facciamo slittare al prossimo (poi capirai), però ci prendiamo lo stesso un attimo pre-Newsletter, per celebrare una piccola grande vittoria perché questa settimana ho scoperto che anche Pietro ha aperto il suo profilo qui; era da mesi (anni?) che lo voleva fare e mi sono sciolta nel ricevere il suo audio in cui condivideva con leggerezza quanto io nel mio piccolo gli fossi stata di ispirazione. Mi risciolgo adesso nello scriverlo. Confesso che quella notizia molto inaspettata ha dato senso a tante cose che in questo periodo senso non ce l’hanno troppo, mi ha fatto sentire speciale e importante in un momento in cui overall mi mancano un po’ di soddisfazioni personali e professionali che pensavo invece di raggiungere con la fine dell’anno e mi ha fatto riflettere sul fatto che forse il mio posto nel mondo è anche ispirare qualcuno di voi a fare quel passo, forse anche un po’ creare connessioni tra le persone e far vedere loro il loro vero potenziale, stimolarle a riflettere. Quindi alla fine sì, anche qui grazie+ ! 🙏🏻].
In arrivo le prime 4026 parole di dicembre, da leggere in 16:06 minuti e magari guardando la prima imbiancata di neve fuori dalla finestra (da voi c’è ancora un po’ di neve? Io ho scritto in parte questo post domenica mattina da sotto le coperte a letto, fuori i tetti erano davvero bianchi e si percepiva che l’aria fosse gelata. Ma che belle sono le domeniche mattine lente così?! Ecco, questo dovrebbe essere lo spirito dei vostri lunedì, ogni tanto). ❄️🐢💭
In arrivo le prime 4026 parole di dicembre, da leggere in 16:06 minuti in un post che in origine voleva essere brevissimo, giusto la durata di un fiocco di neve prima che si sciolga, di un lampo, un flash, una stella cadente? Poi però, nel mio districare nodi e riordinare pensieri mi sono persa (avevo sottovalutato la mia matassa mentale attuale). In effetti però se ci pensi bene, quanto sarebbe più bello se quel fiocco di neve non si sciogliesse subito, o se quella stella cadente non bruciasse in un secondo ma andasse lentissima, As Slowly As Possible? Analogamente qui: non è un po’ più bello quando questa Newsletter del Lunedì dura un po’ di più? Alla fine, già che ci sei, forse puoi approfittare e dedicarti qualche minuto in più oggi, per leggere lentamente.
Quanto sono belle le stelle cadenti? 🌠 Che poi, chissà perché si chiamano così. Alla fine non stanno cadendo davvero. Oppure sì? Nei sogni sì.
Piccola pausa ai box prima di partire davvero, perché vi segnalo l’episodio di un Podcast interessante, che ha a che fare con l’argomento di due newsletter fa e parla ancora di valori (ancora!): è un’integrazione, una conferma a qualche mia teoria, detta da altri e in altre parole. Ascoltatela se volete approfondire. Tra l’altro, Troppo poco 🎙️ è anche uno dei podcast che più mi ha fatto compagnia lo scorso anno, nel durante di tutto quell’uragano mentale e oltre, quindi si merita una menzione speciale anche nella sua nuova puntata.
🌅 Ma se l’alba avesse un profumo, di cosa saprebbe?
E se avesse un sapore? Sole, fiori che si aprono, aria fresca, benessere?
E se fosse un’emozione?
E il tramonto invece?
Che difficile descriverli. Anche se tu sai quanto l'olfatto poi giochi un ruolo fondamentale e inaspettato nel produrre emozioni e nel fissare i ricordi? Magari non lo sai descrivere, ma ti resta quella sensazione lì dentro. Ti capita?
Questa è solo una mia curiosità personale, per scoprire se siamo più o meno affini di quello che credo.
La newsletter vera inizia adesso. 🎬
Ordina il tuo caffè (anzi, io oggi faccio un cambio e vado di tè 🫖 - con il latte, ahimè, ho questa strana passione, non condivisa da tutti i presenti, lo so, ma so che tu mi vorrai bene lo stesso). Quindi dicevamo: ordina il tuo caffè tè, latte, ginseng, apri una nuova nota del tuo cellulare (se prendi un foglio di carta e una penna ancora meglio - dicono che scrivendo a mano libera sia più magico e liberatorio) per annotare qualche grazie che ti devi. 🙏🏻
Partiamo! 🚀
🤹🏻♀️ Tre numero perfetto, dicono
Ma a te non capita mai di perderti a vivere con il pilota automatico?
A lasciar parlare il tuo risponditore automatico e ad ascoltare distrattamente tutti quei “bene” automatici che dice lui da solo, in risposta a quei “come stai?” disinteressati, a svegliarti, prepararti e andare in ufficio in modo automatico, senza domandarti nulla, anche nei giorni in cui potresti lavorare da casa, a muoverti nel mondo e nella tua vita per automatismi, con quel pilota automatico appunto che proprio quando hai imparato a conoscere bene e di cui ti fidi ormai al 100%, ti si rigira contro e smette di funzionare: in quella pausa lì, in quel frastornamento post crash test con la vita lì, ritorni in te, prendi coscienza e ti accorgi che avevi (di nuovo) perso un po’ le fila di tutto, la tua vita stava seguendo un suo corso un po’ casuale, caotico e improvvisato troppo improvvisato, senza freni e senza più tanta cognizione sul fatto che fosse o meno la vita che volevi, la cosa che volevi, l’obiettivo che volevi tu.
Non ti capita mai?
Tipo di andare velocissimo per poi fermarti all’improvviso, perché più costretto o meno, alzare gli occhi alla vita, vedere i primi fiocchi di neve cadere o una stella cadente tagliare il cielo e renderti conto solo lì che mancano tre settimane alla fine dell’anno per esempio? Tre numero perfetto, dicono.
Tre settimane per riuscire a dare ancora un twist a questo anno, a questo mese, a questa vita stramba, caotica e fatta di montagne russe in corsa e ripidissime (anche di gioie), per disinnescare quel pilota automatico e farla andare come vuoi tu. Non ti capita mai?
A me sì (anche perché se no non te l’avrei chiesto).
Che ti capiti o no, vorrei che provassi a soffermarti a riconoscere tutto il bello che ti ha portato (quindi sì, devi un po’ un attimo per forza rallentare un po’ e concentrarti) e anche a dirgli un po’ di grazie.
Il grazie, che con il prego e il per favore vengono utilizzate sempre di più quando non si deve, sempre più in maniera automatica, e altrettanto dati per scontate quando invece servirebbero. Tantissime cose (relazioni e rapporti di amicizia, lavoro, vicinato, amore) potrebbero andare meglio se solo facessimo un po’ più caso alla frequenza con cui usiamo questi “grazie, prego e per favore” (magari su questo ci facciamo una newsletter a parte, che dici?).
Ok, ma perché dovremmo soffermarci a dire grazie proprio in questo lunedì? Perché qualche settimana fa è stato il giorno del Ringraziamento, a parer mio una delle feste più sincere, genuine, sensate del mondo, dell’anno e che si siano mai inventati (ok, dopo il Chrismukkah di Seth Cohen - qui possiamo essere d’accordo tutti), e secondo me tu non l’hai festeggiato.
Di base per celebrarlo io potrei rileggere tutti i “First Things First” degli ultimi 26 post qui, annotarli uno di seguito all’altro e creare un nuovo post solo di grazie: semplici, veritieri e molto sentiti. Ma sarebbe troppo facile, scontato forse? E poi sarebbe anche un esercizio solo mio.
Invece io lo voglio fare con te.
Quindi concentrati tre secondi, fai partire la Playlist del Lunedì 🎧 se ti aiuta (con le nuove aggiunte è arrivata a 4h8m), prendi un foglio e una penna (o apri una nuova nota sul tuo cellulare) e scrivi:
☀️ 3 cose:
quelle più importanti e di cui essere grato, che ti sono capitate nell’ultima ora, nell’ultima settimana, nell’ultimo mese o nell’ultimo anno, scegli tu, qualsiasi cosa bella di cui ti senti di dover ringraziare ✍🏻 (Ti aiuto? Ti aiuto: il sole sul viso mentre prendi il caffè in una mattina gelida di inverno, il sorriso di un amico quando non te lo aspetti, quel “sei arrivata a casa?” genuino e autentico di chi vuole sapere se stai bene).
☀️ 3 persone:
quelle più importanti e di cui essere grato, che hai incontrato nell’ultima ora, nell’ultima settimana, negli ultimi tre mesi, nell’ultimo anno (o che sono con te da sempre), che ti ha rivelato una parte di te che non pensavi di avere, o te la sta rivelando, che ti ha aiutato a superare un momento un po’ balordo, che c’è e sembra ci sarà per sempre, che è arrivata per restare, che è arrivata per andarsene, ma intanto ringraziale ✍🏻 (Qui io dovrei almeno dire 174 grazie — i tuoi li sai tu e non hai bisogno del mio aiuto, ma se ti aiuta, ti confermo che a due di loro l’ho già detto).
☀️ i tuoi 3 successi:
quelli più piccoli ma anche più importanti, di cui essere grato, che hai raggiunto nell’ultima ora, nell’ultima settimana, nell’ultimo mese o nell’ultimo anno, qualsiasi successo per te bello di cui puoi sentirti più forte, coraggioso, grande (qui faccio più fatica anche io: forse aprire questo profilo Substack? Affrontare qualche discorso in più a voce invece che per iscritto - molto mia comfort zone? E volermi conoscere? Quest’ultimo è un work in progress ovviamente) ✍🏻
Sì, sei ancora in tempo, anche se il Thanksgiving 2024 è finito: garantisco io.
E non li devi condividere con nessuno, basta che ne sia consapevole tu e quella tua nota di cellulare (magari nel caso delle 3 persone scriviglielo, probabilmente non se lo aspettano; se leggono questa newsletter è probabile che ci stiano pensando, ma sicuramente gli farà piacere saperlo).
E poi sei ancora in tempo anche a farlo diventare la tua nuova abitudine del 2024: 3 secondi, 3 cose/persone/momenti di cui essere grato ogni giorno, da annotarti nella mente, sulla carta, sulla lavagnetta di casa prima di uscire, per allenare il tuo cervello a sviluppare sempre più serenità, positività, ottimismo. 🏋🏻♀️ 🧠
Sai che più lo fai, più ti viene facile trasformare tutto il tuo risentimento in gratitudine? (Ali, vedi come il nostro caffè di sabato mattina ha portato frutti? ✨☕️).
Più lo fai, più davanti ai fallimenti e alle avversità avrai i “muscoli” che ti servono per resettare il tuo cervello nella modalità “gratitudine”. 🙏🏻 Quando viviamo a tutta velocità, in modalità automatica e magari le cose non vanno, esattamente come quando guidiamo e ci perdiamo i dettagli del tragitto, il nostro cervello è settato sulla modalità “risentimento” che ci porta ad elaborare strategie di attacco per spingere la realtà dove diciamo noi.
🔎 Per entrare nella modalità gratitudine abbiamo bisogno di “calore emotivo”, abbiamo bisogno di dinamizzare il corpo riscaldandolo con emozioni positive come l’amore e una delle più belle sfumature dell’amore è la gratitudine.
Ecco. Sì comunque non è così semplice come scriverlo, su questo sono d’accordo con te. Però provarci, si può provare no? Chiedo.
Io lo scorso anno, da Barcellona, scrivevo cosi:
Avevo appena tagliato i capelli (magari quest’anno li faccio crescere fino alle caviglie?) come apparente segno del mio volere ed essere pronta a cambiare un po’ tutto di questa vita (no, non ero stata abbastanza coraggiosa da farli rosa, ma mai dire mai, è una delle cose che ho io sulla mia to-do list da realizzare prima di compiere i 40? Anche perché poi, va bene tutto, ma risulterei un po’ ridicola; nel caso, ti prego, dimmelo). 👩🏻🎤
Riguardando adesso quella storia di 365 giorni fa, mi rendo conto che poteva essere un anticipo di Newsletter del Lunedì, oltre al fatto che mi sembra impossibile non esistessero questi nostri appuntamenti del lunedì (dai ma che mondo sarebbe senza Newsletter del Lunedì?!). 🤌🏻
E quest’anno cosa scriviamo? In questo 2024 che è andato altrettanto di corsa, ed è durato il tempo di uno starnuto, di un fiocco di neve che cade, di una stella cadente, di un giro di giostra, di una spinta sull’altalena.
Quest’anno alcune di quelle cose le ho anche disimparate, altre le sto reimparando proprio in questo momento e proprio grazie a queste pillole settimanali - e spero tu con me. 🙏🏻
Ma sono io, o più diventiamo grandi, più il tempo passa velocemente?
Che poi se ci pensi, nel suo piccolo è la stessa pratica che succede quando selezioni gli scatti migliori dell’ultima settimana, mese, anno, per il tuo prossimo post su Instagram (chi non ha un carosello di “Photo Dump” sul suo profilo? Dell’ultima vacanza, dell’autunno, dell’anno, dai!). Quel momento in cui ci focalizziamo su una cosa bella che ci è accaduta o una persona bella che abbiamo incontrato, o facciamo il recap della settimana, dell’ultimo viaggio, degli ultimi tre mesi di vita (me ne aspetto tanti alla fine dell’anno e non vedo l’ora di vederli). Quindi non è nulla di nuovo, è anche è una cosa molto bella. Ne dovremmo solo fare molti di più.
E per seguire i trend, dopo le 3 cose, persone e successi belli, qual è la tua parola per questo 2024?
La tua però, non vale dire “Brain Rot”!
Eccalà! Insieme alle 3 (mila) cosa a cui chiedere grazie, va da sé che si insinua nel retro-cervello anche quella vocina misteriosa che ti chiede in cosa vorresti migliorare, cosa ti manca, cosa vorresti raggiungere nei prossimi 21 giorni dell’anno? O nel 2025? O prima di compiere quel numero di anni che per te fa da spartiacque tra due epoche? La puoi anche intendere come la tua letterina a Babbo Natale, o al tuo 2025, visto che siamo in periodo liste regali. 📝
Vado io, come da tradizione, e ti dico per esempio la seguente (spoiler: non so se me la può portare Babbo Natale però).
🙅🏻♀️ Vorrei essere più egoista
Non tanto, solo un po’, q.b., un egoismo sano e salutare. Chi mi insegna?
Quel poco che mi porta a dire un no in più, e un sì in meno, senza sensi di colpa. Quel poco che mi fa pensare che ci sono prima io di chiunque altro.
Io ho sempre pensato di essere molto egoista, molto. Poi però mi rendo conto che forse è solo un atteggiamento che adotto in casa, con quell’angelo della mia Persona Vitamina 🍊 che credo di aver bullizzato a lungo quando eravamo più piccole. Fuori sono un angelo. Questo fa sempre parte di avere tante anime, tante personalità, tante versioni di noi stessi, che facciamo vedere a chi vogliamo noi, all’occorrenza - un po’ come nella poesia di Émile Zola che ti raccontavo la volta scorsa qui, anche se però poi noi siamo tutto.
E infatti, fuori da casa mi capita di dire sempre e solo sì alle persone che ho intorno, mi ritaglio pochissimi spazi perché sono sempre disposta a dare una mano, so di essere considerata una persona "troppo gentile" e disponibile. E riconosco che questa cosa per adesso mi abbia ripagato, ma molto poco.
Quindi come si fa? Chi me le da due dritte?
Ma giusto due consigli, due suggerimenti e due sane buone abitudini (anzi, tre numero perfetto) per ricordarmi un attimo che in questo mondo ci sono anche io. 🙋🏻♀️ E poi sia chiaro, qui si parla di sano e positivo ottimismo, non giudico e non starei qui a chiedere se no.
Caro Babbo Natale, io per il mio 2025 ti chiedo un po’ di aiutarmi a costruire questa cosa qui che ci spiega la signora Michelle Elman, che immagino stia dedicando la sua vita ad approfondirlo e ne sa molto più di me:
🔎 «Perché è mettendo dei paletti chiari e invalicabili che insegneremo a gli altri come trattarci, libereremo una volta per tutte la nostra vita dai drammi evitabili e dalle relazioni tossiche. E ci daremo finalmente una possibilità per imparare ad amare noi stessi e gli altri nel modo più sincero e autentico possibile».
Con Elena, passo a passo e soddisfazione dopo soddisfazione, sto scoprendo che è proprio dicendo agli altri come ci sentiamo che li educhiamo a trattarci in un certo modo, a rispettarci, a volerci bene e nel farlo vogliamo bene a noi stessi. Quindi qualche paletto l’ho piantato, ci sto provando e qualche risultato me lo porta - per quanto sia una cosa nuovissima, spesso scomoda e che ad oggi riesco ad adottare solo con chi mi fa sentire al posto giusto. Sicuramente mi porta a consumare (non è comunque uno spreco, su questo sono più che sicura) tantissima energia.
Vorrei essere un pelo più egoista, perché invece io mi sento un po’ così:
(Che poi, devo fare un altro sondaggio, scusa: ma come cavolo fa Gio Evans ad azzeccarci sempre così bene? Se potessi procedere con il vero momento PS già qui, ti direi che vorrei che le mie newsletter ti parlassero come le quote di Gio Evans parlano a me, e che ti ritrovassi altrettanto rappresentato, compreso, capito. Ecco un altro desiderio nella mia lista per il 2025 - Babbo Natale, segna! ✍🏻).
Insomma in questo non sapere essere un po’ più egoista e in questo dire sempre di sì, è un attimo perdersi. E infatti!
🎤 Oops…! I Did It Again
Sì, è assurdo lo so. Anche ripetitivo. Ma mi è successo ancora (o forse non è mai davvero finito di succedermi prima?). Nel mio non mettere paletti — e qui non parlo di quelli chiari e invalicabili che ha menzionato Michelle Elman, io sono ancora al livello -1, quello dei muretti bassi realizzati con la sabbia bianca, asciuttissima e leggera di Tarifa (hai presente? Non stanno su; e qui se non ci sei mai stato, ma ti piacciono il vento, il kite surf, le onde, il sole negli occhi e la salsedine sulla pelle 24/7, è il tuo posto!) mi perdo. (Mi sono persa anche in questa digressione, ammetto). Era “Nel mio non mettere paletti mi perdo”: mi perdo a piacere a tutti, a dire tantissimi sì, a lasciarmi coinvolgere da vite non mie, a fare spazio agli altri nella mia vita e a dargli anche il posto di onore, per poi non ricordarmi più chi sono io.
Quindi ecco, di nuovo persa. 🎡
Quante volte ci si perde, per quanto tempo ci si cerca e poi si riperde ancora? Ma soprattutto, quando ci si ritrova nella vita?
Chiedo per un’amica.
Un’amica che si è appena riletta tutto il post #22 perché oggi come tre mesi fa, sono consapevole di non essere totalmente centrata in questo momento di vita, mi sembra che poco dopo ad aver preso delle decisioni, mi contraddico da sola. Quel post #22 è attuale tanto oggi come in quel lunedì di settembre e mi chiedo davvero quanto la vita possa essere una giostra di giri simili così, un’altalena così (ma quanto sono belle le altalene?). Quante volte ti possano ricapitare cose che ti sono già capitate.
Sono un po’ stuck a livello mentale forse (anche se la mia amica Chiara sostiene quanto invece io stia cambiando ogni giorno). Però sì, a volte vorrei mettere il mio cervello in una lavatrice, fargli fare qualche giro di centrifuga, per dare una scossa alle idee.
Poi c’è anche chi dice:
Non importa quante volte ci si perde, ma quante volte ci si ritrova.
Ci crediamo? Ci crediamo! Ci crediamo perché in effetti a mesi alterni, mi ritrovo anche io. Pero poi mi scappo di nuovo, e mi perdo facilissimamente
E c’è anche chi dice:
🔎 È facile perdere sé stessi in questa vita. Perdersi dietro a false idee, a delle illusioni, nel lavoro o, al contrario. È facile perdersi nel dolore e nelle difficoltà, ma anche nell’agio. A volte, quando si cerca di trovare l’amore nelle persone sbagliate, si rischia di perdere sé stessi perfino nelle relazioni sentimentali. Ci si perde nel caos di questa vita, per poi passarla a cercare di ritrovarsi. Così vaghiamo per il mondo nella ricerca di quel qualcosa che sentiamo mancarci, di quell’appagamento interiore pieno e consapevole che chiamiamo felicità. Benché sia qualcosa di difficile da spiegare a parole, perdere sé stessi è talmente usuale per gli esseri umani che questa sensazione è ben nota a tutti. Per qualcuno dura per un periodo, per altri è una condizione costante ma ciò che si prova è comune a tutti. Si ha quel brutto senso di inutilità e smarrimento, quell’incapacità di sapere da che parte andare, di trovare una direzione da seguire. Anche se si ha la netta impressione di aver perso il proprio Io infatti, non è esattamente così. L’unica cosa che sarà per sempre con noi è infatti il nostro io. Più semplicemente, quando ci si sente persi abbiamo perso la strada che pensavamo di percorrere durante la nostra esistenza. In altri casi abbiamo letteralmente annullato i nostri desideri e le nostre necessità più profonde.
Perdersi, non deve spaventare: questa sensazione di allontanamento dalla realtà che conoscevamo, a volte è necessaria per ritrovare il nostro modo di vivere.
E allora non ci spaventiamo, però io ammetto di avere pochissime energie per ritrovarmi. Riconosco di aver bisogno di qualcosa/qualcuno che da quella giostra mi faccia scendere. Mi spinga giù brutalmente, se necessario. Oppure no, può anche essere qualcuno che mi prende per mano più delicatamente e che mi indirizza verso la strada giusta, qualcuno che a suon di “grazie, prego e per favore” mi fa vedere le parti di me che mi danno luce, forza e coraggio e che questa luce mi faccia da guida per un po’ più di chiarezza: mentale soprattutto. 🧠
💭 Te lo racconto con un’immagine perché mi riesce meglio: immagina la sensazione del nuotare tra le onde che si infrangono sulla riva di un mare in burrasca, senza riuscire a raggiungere la riva. Immagina una spiaggia di sabbia lunghissima e onde altrettanto lunghissime che le si sbattono contro; immagina che sei lì che vai avanti e indietro, che quando sali in superficie vedi la riva a pochi metri centimetri da te e sai che quello è il tuo punto di arrivo, il tuo posto, ci sei quasi, è lì, ma anche lottando con tutte le tue forze non ci riesci ad arrivarci; a questo punto immagina un avambraccio fortissimo, che ti agguanta e ti tira fuori da quella lavatrice di onde lunghe e alte che si infrangono sulla sabbia; una presa stretta e salda che ti afferra e un po’ ti strattona (in questa immagine sarebbe stato impossibile tenerlo sulla delicatezza, la forza del mare è tanta): e improvvisamente sei a terra, c’è il sole, sei spettinatissimo e un po’ senza fiato, ma finalmente da qui sei stabile per ripartire.
Ecco: quest’immagine è analoga a quella della mia testa quando mi perdo nei pensieri su me stessa.
Chiedo tanto? Forse tantissimo. Ma poi a chi lo chiedo? Forse ai miei animali guida? Tu ce l’hai un animale guida? Io ne ho tanti. A volte ne presto anche qualcuno in giro all’occorrenza. Ma ultimamente sono un po’ pigri — e in effetti due di loro forse in questa stagione dovrebbero già essere in letargo ora che ci penso, sarà questo.
☀️ Però tornando seri, vedila così: secondo me a suon di passi azzeccati acquisti coraggio sul tuo aver agito bene, sul saperlo fare, sull’essere sulla strada giusta. Acquisti consapevolezza e guardi dritto davanti a te con più entusiasmo e ammirazione.
☁️ Al contrario, accumulando una serie di passi non tanto azzeccati (e un po’ impacciati, aggiungo), ti convinci di non aver agito bene, di esserti ancora una volta illuso, di saper fare meglio e di volerlo fare la prossima volta. Ma ecco, ti approcci a quella “prossima volta” con un po’ meno di entusiasmo, ammirazione e coraggio sul farla andare bene.
O no? Perché alla fine questa cosa qui è anche abbastanza vera:
Quindi questo, cara vita: non è che me la daresti una spintarella giusto per farmi capire che posso fidarmi?
Mi sono trovata a fare questo discorso più di una volta e con più di uno di voi questa settimana: era ora di metterlo per iscritto. E per concludere con un po’ di positività ✨, al via l’ultimo paragrafo.
🎄Benvenuto dicembre
Benvenuto! Nove giorni dopo, almeno 173 alberi accesi nei vostri salotti mentre leggete questo post, nove caselline dell’avvento dopo (tu ce l’hai il Calendario dell’Avvento? 🗓️ Io lo scorso anno ne avevo realizzato uno di filastrocche e disegni per i miei amici più piccoli e appena nati - era stato un progetto bellissimo e mi ero ripromessa di trasformarlo in qualcosa di più redditizio, ma poi mi sono persa …). Nove giorni dopo, ma è ancora valido questo benvenuto e soprattutto lo è il suo augurio a levare di mezzo, staccarsi e fare pulizia da tutto quello che non porta più valore nella tua vita
Un po’ basta! Togliti questo zaino pesantissimo, chiudi quella porta rimasta aperta troppo a lungo (poi che torcicollo avrai già a causa dell’aria che lascia passare dalle sue fessure!), lascia evaporare del tutto quella minestra riscaldata ormai troppe volte (sì, Ali, anche tu, anche se erano “belle minestre” come dici), mettilo tu quel punto, chiedilo tu quel 1:1 di confronto, fermala tu se devi quella giostra.
Se ci pensi bene, è sempre il tuo momento: quella cosa lì che non hai ancora fatto, falla a dicembre, quella che non hai ancora detto, dilla a dicembre, quel tuo primo no, se lo dicessi a dicembre?
Secondo me poi ti si alleggerisce il cuore.
Da che pulpito, eh? 👩🏻⚖️
Tre righe prima ti dico che non so mettere paletti e barriere, e ho bisogno di qualcuno che mi spinga giù da quella giostra, e qui ti dico come delimitare i tuoi spazi vitali, fisici e mentali.
Eh, cosa ci vuoi fare: sono un po’ così, altalenante anche io e molto contraddittoria. Confusa tantissimo. Curiosa di sapere come va a finire ancora di più. E sai cosa ti dico, che in tutta questa poca presa di coscienza delle mie emozioni, momenti di vita e personalità, io per dicembre ho delle aspettative grandi, mi aspetto un colpo di scena, un gran finale come nei miei film preferiti (qual è il tuo film preferito?). Un po’ felice e positiva come gli amici di thehappysnapshot così:
Quanto è bello? Se lo si legge con speranza, calma, ottimismo e serenità.
E se questa newsletter te l’hanno condivisa (grazie a chi l’ha fatto intanto, ti consiglio di iscriverti al profilo e a rileggere alcuni dei post vecchi qui - secondo me poi ti piacciono).
📌 Post Scriptum
Vorrei che in questo lunedì tu mi stessi leggendo da un posto, qualsiasi posto, che sapesse un po’ di Natale (sì, anche se il Natale non è il tuo momento dell’anno preferito e anzi, non è mai più stato Natale da quella volta lì che sai tu, se il tuo colore preferito è il verde fluo e se odi tutta la gioia di questo momento - prova a farlo lo stesso, soprattutto tu). Un posto, qualsiasi posto che per te sappia di casa.
Anzi: facciamo colazione a casa? Potresti fare questi biscotti qui ❄️
Ecco, altro desiderio per il mio 2025: che mi porti un po’ di quella vecchia buona abitudine che avevo di cucinare magari. Solo che qui mi serve anche una cucina. E poi comunque si sa, mia mamma cucina meglio quindi perché sforzarsi. 😉
Ma tu ci credi che in quel famoso Via Stampa (dove tra parentesi, sono andati tutti tranne noi alla fine) io ero stata a pranzo, prima che aprisse l’orario colazione, proprio lo scorso anno in questa stessa settimana qui con mia mamma? I casi della vita.
Buon lunedì! E che sia As Slowly As Possible 🐢
xx, Marta
Quanta umanità e coraggio nelle tue newsletter M. L’ho letta in modalità “lazy saturday” con una tazza di Tè e un pó di latte, va bene comunque?
Se c’è una cosa che sto imparando in questi ultimi mesi, spesso a mie spese, (ma grazie ad un coach davvero super), è proprio che dobbiamo imparare a praticare del “sano egoismo”. Proprio per evitare di sentirsi sospesi in aria, rincorrendo un tempo che poi non ci lascia spazio di essere vissuto nel modo in cui ci possiamo sentire meglio. È tutto un concetto legato alla gestione del proprio tempo, perché risulta essere la chiave per riuscire a vivere meglio il qui ed ora, permettendoci di dedicare più attenzione alle cose di cui abbiamo bisogno, ai progetti a cui teniamo, alle relazioni e ad ogni elemento (importante) che abbiamo nella nostra quotidianità.
Ad esempio, decidere di posticipare di 5 giorni la lettura di questa nl è stata una scelta saggia per poterla leggere tutta, con attenzione e dandomi il tempo di riflettere o semplicemente apprezzare ✨