#17 | La Newsletter del Lunedì
Del potere benefico della noia e di nuovi posti (che non sono posti) preferiti.
[“First things first”: ma qualcuno vorrebbe la Newsletter della domenica pomeriggio? Quella che ti serve per concentrarti a vivere il momento senza pensare che effettivamente tra poche ore sarà lunedì - il lunedì brutto e malefico come lo si intende comunemente. La Newsletter di pronto intervento che ti salva dalla malinconia domenicale che ti prende già nel tardo pomeriggio - a me prende più spesso in estate, quando nei weekend si stacca davvero, perché li si inizia a trascorrere al mare].
Ora ci siamo: partiamo con le 2359 parole da leggere in 09:26 minuti a sorsi di un caffè corto e intenso che arriva con venti minuti di benedetto ritardo [poi te lo spiego], vista mare. 🌊
🪸Qual è il tuo posto preferito?
🎧 Questa leggila con lei nelle orecchie:
Pochi istanti dopo esserti iscritto a questa newsletter, nella mail di ringraziamento e benvenuto, hai letto più o meno così:
Abbiamo solo una vita e spesso ne passiamo la maggior parte seduti davanti a uno schermo, in attesa che finisca la giornata lavorativa, o che arrivi il venerdì, poi quel weekend lungo, le vacanze, in attesa che succeda qualcosa che ci stravolga quell’unica vita.
Oggi è il primo lunedì di agosto e questa newsletter arriva a ricordarti che ci siamo: chi più chi meno, ci ritroviamo alla fine di quella giornata lavorativa, forse proprio un venerdì, che preannuncia un weekend lungo, o forse proprio le vacanze, quelle maledette vacanze che stiamo aspettando dall’ultima vacanza. Siamo arrivati a quegli scambi mail che terminano bruscamente con un “ne riparliamo a settembre”, prima di attivare quella tanto attesa mail di OOO che arriverà di default a chi meno fortunato proseguirà le sue attività ancora per qualche giorno.
Ma se la vita ce la stravolgessimo da soli, magari di lunedì, alle 10:00 e in una ordinaria giornata lavorativa?!
Vero! Recita anche così la mail di intro e benvenuto di questo blog, e queste newsletter servono a regalare una manciata di spensieratezza e di presente da sabato anche ai lunedì; però non ti biasimo se mi confessi che anche prendendoti i tuoi 10 minuti il lunedì mattina alle 10:00 (chi più chi meno metaforicamente), vivere la vita che si vuole 24/7 è difficile. Capita a me per prima di fare fatica, e di vivere una vita ancora un po’ (tanto) lontano da così.
Quindi sì: siamo arrivati adesso, un po’ tutti assieme, a quel momento in cui finalmente possiamo leggere quel libro che abbiamo sul comodino da gennaio (sì, ma di quale anno?), in cui finalmente possiamo dedicarci alle cose che ci piacciono, in cui finalmente possiamo tornare a respirare. Quello in cui finalmente possiamo fare la vita che vogliamo, lasciare andare la mente ed eliminare tutti quelli stimoli che ci riempiono la testa di pensieri dentro e fuori l’ufficio.
Ma tu ce la fai? Ce la fai a lasciare il mondo fuori, a non tenerti impegnato?
Quanto ci metti per riabituarti alla vita lenta, da calendario vuoto e senza mail? Quanto ci metti tu a riabituare gli occhi agli orizzonti lunghi? A sincronizzare cuore, mente e spirito alle onde del mare? Ad annoiarti?
Nella mia Newsletter del Lunedì #3 (agli albori di questo progetto) ti raccontavo di quanto fosse benefico avere paura. Oggi, sulla stessa falsa riga di miti da sfatare + il supporto di qualche studioso di neuroscienze che mi viene in aiuto, ti racconto di quanto sia benefica anche la noia [e non solo quella di Angelina Mango].
Dicevo: in una società iperconnessa e iperstimolata, la noia forse è un privilegio raro e un male comune allo stesso tempo. Sentiamo di annoiarci e allora ricorriamo subito al nostro piccolo-grande amico intelligente, che ci intrattiene con Instagram, i social media più moderni del momento e la sua tecnologia sempre al passo con l’attualità.
Oppure no, perché sei su un’isola in mezzo al mare, salta la connessione e l’ultimo post del feed di Instagram resta grigio. E allora ci annoiamo davvero, incapaci di godere del tempo libero, del momento presente, delle cose più semplici e della connessione con il nostro lato interiore.
Non ti biasimo, ripeto: io ho staccato due giorni, andando in un posto nuovo, che non avevo mai visto, né mai considerato e che un po’ mi ha già rubato il cuore (e indovina un po’: è un’isola - te l’ho mai detto che uno dei miei libri preferiti è Peter Pan?), per festeggiare la mia persona vitamina 🍊.
Ho staccato due giorni per resettare un po’ un cervello stanco, pieno e sovra-stimolato e mi sono accorta di fare fatica. Faccio fatica a lasciare i pensieri pesanti fuori, a non pensare a quel messaggio che avrei dovuto inviare prima di chiudere il PC, ma non ho fatto in tempo ed è rimasto in bozza, a quella risposta che adesso si è fatta più urgente e la dovrò dare assolutamente al mio rientro, a quel meeting da preparare e a quello a cui essendo off non riesco a partecipare.
Penso di avere una semi deformazione personale. Nonostante questo esercizio di scrittura (prevalentemente circoscritta al weekend) a diffondere pillole di equilibrio mentale, faccio fatica. Mi rendo conto di quanto mi sia più facile abituarmi al ritmo veloce e costante delle settimane in ufficio, piuttosto che perderlo.
Faccio fatica.
Sono in un posto bello bello, semi nascosto dal mondo a me conosciuto negli ultimi trentaquattro anni, super autentico che è rimasto all’Italia di qualche epoca storica fa, dove il cellulare non prende e senza linea non riesci neanche a pagare con il bancomat, dove il caffé costa ancora meno di 1€, dove i conti si fanno su un foglio con operazioni scarabocchiate e non sempre corrette, dove la spiaggia è gestita ormai da anni dalla stessa famiglia, ora alla terza generazione, ancora tutta presente e che parla un italiano incomprensibile; dove si muove tutto lentissimamente, dove per un cappuccino devi aspettare almeno venti minuti anche se è ancora molto presto al mattino e in tutta la spiaggia ci sei solo tu.
Dove ci si annoia.
Ti chiedi cosa stia facendo oltre la porta di quel bar della spiaggia quella cameriera un po’ goffa e timidona, che fino a pochi minuti prima era lì accanto a te. Senti che ti sale veloce il nervoso per l’impazienza, ti rendi conto che forse da sola ci avresti messo di meno, e nel frattempo avresti anche fatto pagare l’ombrellone alla signora che aspetta in piedi sull’uscio della porta.
Eppure qui è tutto un po’ così. Lento e bello, da far fatica ad abituarcisi. Da far fatica a lasciare che il rumore del mare sovrasti davvero quello dei pensieri. Dove è vietato essere multitasking.
È possibile fare fatica a riabituarsi al silenzio, alla calma e alle viste a perdita d’occhio? È possibile fare fatica ad abituarsi alla noia?
Per la me di ora è difficile, difficilissimo, eppure so che è quello che voglio riabituarmi a fare. E allora mi concentro.
Chiudendo gli occhi di fronte a quella baia, con i piedi nella sabbia, mi torna in mente un po’ quell’effetto Bali 🌺 e tutto quel silenzio di mondo fermo e calma mentale che mi piace.
Invio un messaggio al team pensando sia venerdì, ma è già sabato ed è quindi troppo tardi: oh, oh, forse questo è il primo effetto della vacanza? Questo, il soffermarmi a guardare il cielo e il cambiare prospettiva fino ad apprezzare la lentezza di quel caffé, di quei venti minuti di silenzio e solitudine ad osservare il mare di quella caletta che si prepara per il cambio dei turisti della settimana, a piedi nudi, esattamente come nel sogno di vita riassunto nelle due righe di presentazione del mio profilo Instagram.
In quella caletta segreta, di quell’isola del centro Italia ci sono solo io. Io, tre sdraio, un cartellone che urla a lettere scritte a mano: “gelati, caffé, toast e granite”, tantissime barchette colorate e la costa frastagliata a chiudere la caletta. Le case sono rosa, azzurre e gialle, solo nelle loro sfumature pastello e sembrano essere appena state dipinte. Il mio telefono non prende.
E allora chiudo gli occhi e me ne accorgo: pian piano lascio che esca quel nervoso di un telefono che non prende e di un caffé che non arriva, lascio che arrivi la noia, che prenda il sopravvento e che abbia l’effetto benefico dell’aiutarmi ad ascoltarmi e a scoprire quello che tento di nascondere tenendomi impegnata.
🏝️ Qual è il tuo posto preferito?
Quello dove ti scopri lontano da quella versione di te a cui sei ormai così abituato. Quello dove ti ci vedresti a vivere a piedi scalzi per un periodo, solo per scrivere il tuo libro.
Quello in cui ti rendi conto che sono passate tre settimane dall’ultima newsletter, che non era mai successo, che ancora una volta stai invertendo l’ordine delle priorità, che scrivere ti serve, e che mentre scrivi per te, le tue newsletter appartengono a tutti, ti chiariscono i pensieri e ti aiutano a ritornare cosciente di questo tuo momento di vita. È un po’ come una meditazione, una terapia. [Ma chi non scrive, che terapia ha?]
Quello in cui ti rendi conto che per te, la “ghianda” di cui parla James Hillman è scrivere e il tuo essere portato per farlo è un dono. La tua vocazione da seguire è quello scrivere che ti aiuta a trovare il senso di tutto e anche a guarire se serve, per custodire le bellezze e gli amori grandi, e che nel salvare qualcosa di quei momenti di vita, salvi anche quella parte di te che è fatta anche di cose belle.
Quello in cui ti rendi conto di quanta fatica facciamo ad abituarci alla noia, rispetto al rientrare nella routine veloce dinamica e performante della tua vita. Di quanti pensieri inutili normalmente accumuliamo. Di quanto sia errato dare alla noia un’accezione negativa, evitarla, e come invece nel nostro mondo sempre connesso in cui siamo abituati a riempire ogni secondo con cose da fare, la noia svolge un ruolo cruciale.
Quello in cui ti annoi e riconosci che era un po’ che non accadeva, e che hai invece bisogno di quella sua versione sana e benefica che stimola la creatività e ti intrattiene.
🔎 La noia è alla base di una delle nostre caratteristiche più importanti: la curiosità. Ci evita di cadere nella monotonia, ci spinge a prefissarci nuovi obiettivi e a esplorare nuovi territori o idee.
Quello in cui ti ricordi perché avevi aggiunto quella nota al tuo calendario che ormai è non letta da 10 giorni e resta tra le notifiche dello schermo del cellulare appena lo apri: “comprare volo per Bali”. [Ma anche a te succede di aggiungere al calendario le cose che vorresti fare, quelle belle belle che sai che molto probabilmente la tua routine si inghiottirebbe? Che poi forse sono quelle che davvero vorresti fare e te le devi segnare se no te le dimentichi. Ma perché te le dimentichi?]
Quello da cui anche il cielo sembra più bello.
Forse il tuo posto preferito è il cielo sopra a quei posti. Tu quante volte lo guardi?
Ultimamente mi è capitato spesso e mi sono portata dietro questo pensiero a più riprese. Facendo yoga in ufficio, il cielo di inizio estate sopra Milano mi aiutava a respirare e sembra davvero altissimo. In barca per Ponza c’era anche la luna ad accompagnarci, eppure era giorno e il sole ci bruciava la pelle. In mezzo al mare, galleggiando a forma di stella e con l’acqua nelle orecchie, mi ha fatto rallentare i battiti.
Quello in cui capisci che il tuo posto preferito non è un posto, ma una sensazione: sei tu in quel posto. Quello in cui ti viene da farti una dichiarazione d’amore e nel farlo ti rendi conto che la persona di cui ti sei innamorata lo scorso anno non c’è più; che sei in costruzione, ti muovi in avanti e indietro nella tua fragilità, vivi un po’ ai margini della vita, incerta sui cambi rivoluzionari, eppure ti vuoi bene anche così. Quello in cui ti senti accettata, ti scopri gentile verso gli altri e la tua fragilità diventa un varco per condividere la tua.
Quello che vorresti rimanesse così, e ringrazi che ancora sia lontano dagli occhi indiscreti di influencers e content creators per evitare che lo scopra più gente, privandolo della sua autenticità.
Ancora una volta un’isola. Ancora una volta a piedi scalzi. Ancora una volta senza trucco.
Qual è il tuo posto preferito? Quello in cui un po’ ti succede quello che è successo qui a me, che ora ho un posto in più da aggiungere a quella mia mini lista di posti belli e un po’ segreti.
Qual è il tuo posto preferito?
E allora va da sé: se non fosse un posto, se non fosse il cielo sopra a quei posti, ma fosse una sensazione?
In questi giorni le medaglie dei nostri connazionali olimpici riempiono le notizie insieme a qualche altro evento grosso che ha cambiato le sorti del mondo. Eppure sentirne parlare da questa parte recondita di mondo, man mano che ti riabitui al silenzio e alla noia, ti infastidisce: diventa quel gancio con la realtà contemporanea, connessa, dinamica e performante da cui ti stai impegnando per prendere le distanze.
Mi sento di dire che è nella noia che nascono tante delle idee migliori, quando siamo liberi da eccessivi stimoli, e che è quasi fondamentale annoiarsi. E comunque non lo dico solo io, nel caso avessi dubbi:
🔎 Quando ci annoiamo il nostro cervello entra in uno stato di vagabondaggio mentale e la mente ha spazio per esplorare nuovi pensieri e connessioni che altrimenti non farebbe.💡
Imparare ad assecondare la noia è una vera e propria arte e aumenta la nostra capacità creativa.
Secondo Guillermo Funes, rinomato docente di psicologia presso l’Università Carlos III di Madrid, “Un livello adeguato di noia fomenta la creatività, spezza la routine”. Assecondare la noia ha un effetto positivo e in qualche modo acuisce l’immaginazione e l’ingegno.
Il mio impegno e i miei compiti delle vacanze (e quindi anche i tuoi, trust me) sono il concentrarmi a ricordare quanto sia importante la noia, quanto mi serva (e ti serva) per riapprezzare quello che hai, per non darlo per scontato, per renderti conto che in fin dei conti sono le cose più semplici quelle più belle. Osservando la baia di fronte a me, e le mie persone che scendono per raggiungermi a colazione, mi rendo conto che non serve nient’altro se non questo: una casetta su una baia piena di barchette colorate, la spiaggia piccolissima sottostante, il mare blu tutto intorno che si confonde con il cielo e saperlo vivere intensamente.
🦚 Qual è il tuo posto preferito [per annoiarti]?
E allora se invece di vederla come una nemica, questa noia la vedessi come una risorsa amica?
Ci sentiamo in dovere di riempire ogni singolo momento, ma lo facciamo senza domandarcene il perché: se cambiassimo la prospettiva e imparassimo a valorizzare la noia quando è possibile? Potrebbe essere ciò di cui hai bisogno per queste vacanze, per fare sapere un po’ più di sabato anche il lunedì e per questa vita.
Personalmente mi viene da dirti:
🦭 Accetta l’ozio, il dolce far niente, abbraccialo, ascoltalo, ascoltati e lascia che passi.
🙏🏻 Non sentirti in colpa. Rimuovi quel sentimento negativo che la accompagna nella tua mente: la noia è preziosa, fidati. Ti porta a idee e soluzioni innovative, ma la devi riconoscere e interpretare come un'opportunità.
🌊 Lasciala scorrere. Fatti guidare dalle idee nuove che compaiono nei momenti di noia, stimola il pensiero laterale e crea.
Ascoltati e per il tuo momento preferito dell’anno, stacca, accogli la noia, fidati di lei nelle prossime intuizioni e osserva che cosa succede.
📌 Post Scriptum
Oggi ti porto con me in un posto in cui il cellulare non prende, in cui serve avere la vista buona per fare arrivare lo sguardo fino al confine del mare. Ti porto in una caletta segreta con i piedi nella sabbia, un caffé amaro e bollente che tarda venti minuti e un Cucciolone a colazione.
Siamo a Ponza, isola italiana che mi chiedo perché non abbia conosciuto prima. E siamo a Cala Feola, in una spiaggetta minuscola, con un solo bar e un ristorante a bordo baia, dov’è perfetto tutto.
Ecco: il fatto stesso di aver mangiato un gelato a colazione, unito all’essere arrivata all’ultima pagina di quel libro iniziato due anni prima, fa un po’ rima con quel: “dimmi che sei in vacanza, senza dirmelo”.
E adesso ciao, io vado ad annoiarmi.
Buon lunedì, buone vacanze e buona estate! ✨
Annoiati e osserva che cosa succede.
xx, Marta
Mi piace forse la più bella newsletter
Più concentrata su un solo
Argomento e quindi più profonda
E poi rivela le tue fragilità e ti fa apparire
Quella che sei: non
Quella che con le sue parole vuole insegnare a vivere
Ma quella che attraverso le sue parole condivise riesce a vivere meglio
Brava. Un bel esercizio 😘