#31 | La Newsletter del Lunedì
Di una beauty routine insolita e non convenzionale (no, questa non te la aspetti).
[First things first che vi dico un po’ sempre, ma qui oggi un po’ di più: i vostri commenti a questi miei post lunghi sono pura dopamina e insieme a questo Substack in generale stanno diventando la mia cosa preferita, hanno l’effetto dei like di Instagram con la differenza che qui connetti con la mente, con il ragionamento e con il modo di pensare, più che con il solo senso estetico. Questa cosa mi piace molto, molto. Quindi sì, il social media del 2025 per me è Substack, dove le connessioni avvengono un ragionamento bello dopo l’altro, un discorso profondo per volta e a colpi di menti allineate - sì! Anche se ultimamente pubblico dodici mila storie al secondo, fanno parte dello shock culturale del viaggio in questo posto così lontano da casa, dove è tutto talmente diverso che non so più dove guardare, presto diminuiranno].
È il primo lunedì dell’anno, probabilmente è ancora tutto molto lento causa vacanze di Natale non ancora finite e non mi leggi dall’ufficio (forse anche meglio, no?), magari non mi leggi proprio, perché non hai ancora ripreso, né aperto il PC o letto le tue email, questa newsletter compresa (se così hai vinto tu!); probabilmente tutto questo lungo periodo di rallentamenti pre ripresa ti ha regalato tanta leggerezza, tante pause e tanti respiri profondi (tutto quel sapere un po’ di sabato). Oppure no, perché anche le pause se troppo lunghe stancano, le vacanze forzate e magari in famiglia, se troppo lunghe stancano, o il dover necessariamente fare qualcosa (e se magari di figo e dall’altra parte del mondo meglio) anche. Sai cosa ti dico? Vuoi fare una pausa nella pausa? Indipendentemente da quale sia il motivo, fa sempre un po’ di bene alleggerirlo con una pausa caffè assieme. Ti va? Virtuale, rapida e indolore, giusto per prendere una boccata d’aria, formulare qualche pensiero positivo (dicono renda belli più belli 🤫) e fare il pieno di energia da sabato per tornare con la testa su tutti quei fogli excel, email rimandate da dicembre e preventivi nuovi che ti aspettano nei prossimi lunedì pesanti in arrivo.
Qui per te le prime 4010 parole del tuo 2025 e i tuoi primi 16:23 minuti per non pensare ancora a tutto quello che si è accumulato mentre affettavi il panettone (o il pandoro?) ed evitare di lasciarti prendere dall’ansia da rientro a breve.
È vero, ma tu che team sei:
Anyway: che bello averti! Oggi un po’ di più. 🫂
💮Di grandi bellezze
Questi post nascono abbastanza spontaneamente, a volte non nascono (come le tartarughe). Nascono a seconda delle persone che incontro e delle conversazioni che faccio con loro (che spesso siete voi, anzi: è possibile che tu abbia anche già riletto parti dei nostri discorsi qui (e spero ti abbia fatto più piacere che altro - se preferisci rimangano privati, dimmelo che aggiorniamo lasciandoli in incognito). Però sono molto randomiche, non seguono un vero e proprio calendario editoriale, non so cosa uscirà lunedì 24 marzo per esempio o se uscirà qualcosa. Per il primo lunedì dell’anno però un po’ mi sarei aspettata (e forse tu con me) di partire con una newsletter sui buoni propositi per il nuovo anno. Di solito gennaio è il mese in cui nascono tutte le migliori versioni di noi stessi in potenza (che poi si sviluppino anche in pratica non lo so dire, a me alla fine non capita mai troppo, per questo quasi preferisco non mettere giù troppi punti). Però, sì: avrei fatto una versione di buoni propositi realizzabili, magari sugli inizi, su quante volte ci capita di ripartire da zero, di quanto sia difficile cominciare qualcosa di nuovo, di quante volte cambiamo, di quante volte ci capita di iniziare a cambiare (che alla fine poi sono due azioni molto simili, “iniziare” e “cambiare” e si portano dietro le stesse emozioni).
Poi però ho incontrato Meliza. Plot twist (ma quanto sono belli in questa vita?!).
Ho incontrato Meliza e così di botto è nata una newsletter del tutto inaspettata anche per me. [Comunque ricordami la storia degli inizi il prossimo lunedì perché secondo me una newsletter su quello ci sta]. Oddio, forse è rimasto indietro dalla volta scorsa anche il tema della Experience Theory! Troppe cose da dire. Dobbiamo forse passare a 2 newsletter a settimana?
Onesta: non pensavo di riuscire a scrivere regolarmente in questi giorni, un po’ perché alla fine l’idea del viaggio è anche scollegare la mente dal mondo vero, decomprimere, un po’ perché con lo zaino a spalle è fisicamente scomodo, un po’ perché ho davvero voglia di lasciare il mio (bellissimo) mondo fuori per un attimo (dai ho detto “un attimo”, non ti offendere 😢🙏🏻 anzi, chiedo scusa qui per tutti i messaggi di Whatsapp non ancora letti, non è mia abitudine farlo e presto arrivo con tutto - I promise). Sai come quando stoppi un film per finire al volo di fare altro e poi lo riprendi per godertelo meglio? Concentrato al cento per cento? Ecco, un po’ così. Perché il mondo (bellissimo) che mi aspetta a casa è bellissimo sì, ma anche un po’ caotico, confuso e pieno di incognite e vorrei staccarmi un po’ da tutto e tutti un attimo, per stare solo con me. Spoiler: non riesco (ancora). 🤷🏻♀️
🦦 Poi comunque 1. scrivere mi calma tantissimo: calma la mia mente da pensieri sterili e fastidiosi, per quanto innocenti; calma il mio cuore da tachicardie improvvise; calma il mio respiro affannato. È un po’ una mia forma di meditazione - perché quella vera ancora non la riesco tanto a praticare.
Se anche a te ogni tanto si bloccano i pensieri, ti si accelera il cuore o ti si ferma il respiro e non hai mai provato a scrivere: te lo consiglio, potrebbe rallentare un po’ quel tutto. Fallo per te, non deve leggere nessun altro.
🦦 Poi comunque 2. quando parliamo fuori da questo spazio e magari in risposta a una mia considerazione mi dite che dovrei scrivere un libro, pubblicare queste newsletter e varie altre cose come “viene fuori la scrittrice famosa di newsletter che è in te”, mi caricate a mina. Anche perché se me lo dite voi io alla fine poi un po’ ci credo.
Ops, mi sa che mi sono persa in chiacchiere (che strana abitudine questa mia di perdermi così di frequente). A te capita mai?
Dicevo: questa newsletter è nata inaspettatamente nel viaggio in Sleeping Bus da Hue a Nah Trang, due città sulla costa orientale del Vietnam e più nello specifico durante una delle tante pause bagno/caffè/ripresa della circolazione nelle gambe (da noi l’avremmo chiamata pausa Autogrill) di fronte a un Hot Black Coffee With Condensed Milk ☕️🥛 (‘na cagata mi dirai tu, e io con te prima di assaggiarlo - stessa scena che con il Salted Coffee. E invece è proprio buono. Fidati! Non so come farai a provarlo fuori dal Vietnam, ma segnatelo in caso tu voglia venire a fare un viaggio qui prima o poi).
🚌 Ah! Tra l’altro: esperienza in Sleeping Bus, da fare almeno una volta nella vita. Segna!
Per continuare a perderci un attimo: mi piace constatare come anche questa newsletter sia nata da una conversazione bella di fronte a un caffè. E sai le coincidenze? Magari qui in Vietnam 🇻🇳, o a Hong Kong 🇭🇰, New York 🇺🇸 o in Giappone 🇯🇵 (per chi di voi sta viaggiando) non erano proprio le 10:00 del mattino, ma per voi amici a casa invece sì! E io sono BA-SI-TA. 🥹
Adesso musica (e questa è un po’ bella)! 🎧
Have you met Meliza?
[Da leggersi come se fossimo tutti Barney Stinson in How I Met Your Mother].
🙋🏻♀️ Meliza. 39 anni. Spogliarellista da 15. Made in Argentina, living in Milan (e in giro per il mondo).
Quindi sì, parlava in Italiano un po’ con l’accento alla Belen Rodríguez e nel suo capirci ha intercettato me e Giuli mentre stavamo imprecando contro un vietnamita urlante che all’improvviso ci chiedeva di scendere dal bus e andare all’ufficio turistico a lasciare la valigia per ripartire nell’ora e mezza successiva.
[Noi con l’autista così: Ma che? Davero?)
Meliza: tutto quello che non ti aspetti in una persona, o anche la persona che dovevamo incontrare in quel momento lì. E adesso ti dico perché.
[Un attimo che dobbiamo riscendere da questo bus di persone semi dormienti e coricate per sgranchirci le gambe. Altro paragrafo intanto].
🫂 La tua nuova beauty routine
A seguire, la ricetta che non ti aspetti per mantenersi giovani e belli, soprattutto mentalmente, con 3 consigli che sai già + 2 power hit in coda. Made by Meliza. E spoiler: le 2 hit finali sono da leggere ricordandoci sempre chi ce li ha condivisi (Meliza, 39 anni, spogliarellista da 15, che è un po’ la prova di quelle considerazioni della NL #28 in cui ti dicevo che: “Vorrei vivere senza dover scegliere se essere solo un corpo o solo una mente.”).
Scusa, ora arrivo con i principi (qualcuno mi vuole regalare una bussola nel mentre? Magari non mi perdo mi perdo di meno).
🥣 Mangiare bene
Ok, qui tra pak choi 🥬, riso 🍚 e pollo 🍗 ogni giorno, un po’ ce la sto già facendo anche io, ma ammetto che la mia dieta a casa si basa su tre ingredienti circa, nessuno (o quasi) dei precedenti - complici anche il vivere da sola, l’essere un po’ pigra cucinatamente parlando (credo di avere appena coniato un nuovo avverbio) e non avere fisicamente le possibilità per piatti che siano a base di più di tre ingredienti (immagina una casa molto carina senza soffitta e senza cucina come quella in Via dei Matti numero zero della canzone dei bambini - hai presente? No dai, questa non te la metto).
Detto questo ho avuto la fortuna di avere una mamma molto molto, molto attenta alla mia alimentazione nei mie primi vent’anni di vita, quindi un po’ vivo di rendita. Ma se fosse una lista di cose da flaggare IN/OUT, come quelle che si vedono in questi primi giorni di gennaio, l’abitudine di mangiare bene è sicuramente IN, cioè da tenere, riadottare e reintegrare bene nella mi vita (yess, anche se mi hanno detto che ormai il grosso del fisico a questa età ormai si è formato).
🛌 Dormire tanto e bene
Otto ore per notte almeno. So che qui in tanti riuscite a farlo bene. Ecco, per me ora come ora questo è molto meno facile da integrare, ma è un po’ insito nella vita da back packer, una volta a casa confido sarà più facile — vediamo poi come va a seconda dei miei pensieri.
💊 Non fumare (“né sigarette, né canne”, ha proprio specificato) e non bere alcolici
E poi eccole qui le due power hit:
✨Fare pensieri positivi
Sempre e più che puoi.
✨Non dire bugie
Ci hai mai pensato? Da bambino non le dicevi, non le sapevi proprio dire, poi hai imparato a farlo nel tempo, diventando adulto. Ecco: le bugie ti invecchiano (male) - aspetta però: qui non contano le bugie che vale la pena di raccontare a cui mi riferivo io nella NL #10.
E fine: siamo a cinque. Te lo aspettavi? Io con le ultime due mi sono sciolta e non so tu, ma io penso applicherò entrambi i suggerimenti hits alla mia vita, perché ho come la sensazione che mi faranno bene. Anche il resto, ovvio. Ma era giusto per sottolineare quegli ultimi due meno ovvi lì.
Ribadisco: ricordiamoci che è una spogliarellista, il che anche volendo lasciare tutti i giudizi e le considerazioni sociali fuori, implica comunque un certo tipo di vita, di orari, di ambienti e di frequentazioni. E invece riesce ad applicare perfettamente la sua ricetta per essere belli, sani e forti, anche alla sua insolita vita.
Per farci gli affari suoi (qui non per essere pettegoli o per giudicare, anzi - guarda, già che ci siamo e dato che ritorna il tema, te lo dico: il mio unico buon proposito del 2025 è proprio il “no judging” - anche il tuo?). Guadagna 4K€ al mese e ha visitato 42 paesi e 300 città.
M: “guadagno 4K€ al mese e sono tra le spogliarelliste più povere del mondo”, apre la sua conversazione così.
Poi ci spiega: “mi piace il mio lavoro perché mi piace parlare con gente che non conosco, mi piace parlare lingue straniere [parla italiano, inglese e spagnolo], mi piace ballare. Non mi piace fumarmi le canne, non mi piace questo [e si passa l’indice sotto alle narici nel tipico gesto che indica chi sniffa], non mi piace tanto bere alcolici e appena i clienti si girano faccio così [e qui simula di rovesciare un bicchiere dietro la schiena e si mette a ridere piegandosi in avanti].
M: “Non sono ambiziosa” continua. “Questo è il mio problema. Se volessi, potrei davvero guadagnare molto di più. Conosco ragazze della mia età e anche più giovani che in Italia guadagnano 10K€ al mese. Me lo dicono spesso anche i miei clienti, perché credono io sia bella e possa fare la escort invece che la spogliarellista — che di quel settore è tra i mestieri meno pagati. A Monaco, c’è chi spende 30K€ al giorno in Champagne”.
E invece Meliza preferisce una vita sana, dove mangia le sue cose, cucinate da lei con materie prime acquistate al mercato, carni cotte bene perché non perdano le proprie proprietà e facciano da integratore di proteine e di collagene naturale (spoiler: il collagene preso solo come integratore girls, come anche le proteine guys, non serve più di tanto, meglio integrare tutto nella nostra dieta con alimenti sani); preferisce dormire bene, “non fumare canne” [questo ce lo ribadisce due o tre volte, integrando il racconto con un aneddoto su alcune sue ex-amiche che si stanno fondendo il cervello senza accorgersene e che erano più veloci a ragionare a vent’anni, rispetto ad ora anche per quello].
Preferisce restare salda ai suoi principi e ai suoi valori di sempre. Una cosa simile, parlando di ambizione, l’avevo sentita anche da Riccardo, qualche StartUp fa, quando un po’ ancora agli albori della sua carriera da imprenditore si trovava a rifiutare alcune offerte di lavoro come consulente, per soddisfare prima i suoi bisogni e principi di vita. Ecco queste storie qui mi piacciono e mi danno sempre molta speranza.
M: “Vengo da una famiglia super cattolica. Da più giovane ero ‘capo chiesa’ [qui non ho capito cosa volesse dire, ma ha poi parlato di essere speaker nelle messe (🤔) ora è mormona, quindi credo si parli di discorsi in pubblico]; ho sempre seguito tutti i principi religiosi, una vita molto regolata, austera, no sex before marriage e simili. E un po’ di questi principi mi sono rimasti dentro”.
Ora dimmi che te lo aspettavi?
Io no, confesso. Di solito di fronte ad alcune situazioni mi viene più facile che in altre farmi delle proiezioni o avere delle aspettative in un senso o in un altro, e in questo caso non credevo che aspetti così contrastanti potessero convivere in una sola persona. Anche io che tre newsletter fa ti dicevo di quanto mi piaccia e quanto vorrei poter essere facilmente sia bianco che nero, una cosa e l’altra. Anche io.
Adoro come invece la vita me l’abbia messa davanti: un paradosso di persona, lei, quegli aspetti che a primo impatto pensi possano essere opposti, contrastanti e invece convivono assieme in un mix super equilibrato. Un po’ a testimoniare che quelle considerazioni dell’essere più cose assieme che ti raccontavo qualche lunedì fa esistono e funzionano se ci credi intanto tu. Sicuro e consapevole di come sei tu per primo. Felice di essere tutti quei contrasti e quei paradossi assieme in quel mix super equilibrato. Poi scegli tu cosa far vedere a chi.
Inauguro così il mio buon proposito del “no judgment” dell’anno e sono molto contenta di constatare sempre quanto viaggiare e allontanarsi un po’ da tutti i luoghi comuni ai quali siamo radicati e abituati, apra la mente.
Che poi aspetta, con questo non voglio dire che di solito giudico (intendendo quell’accezione brutta e negativa del termine). A maggior ragione nei tuoi confronti e in questo spazio. Ah, non ce n’è una positiva? Forse “giudicare” qui è la parola sbagliata ora che ci penso. Quello a cui mi riferisco è più che altro il rendermi conto che vivendo, ci sono luoghi comuni, credenze popolari e una lista infinita di caselle note, fisse e conosciute nelle quali cerchiamo di inserire cose, persone, pensieri che spesso ci limitano la mente (anche di questo mi sa che in parte abbiamo già parlato durante qualche lunedì). Ma tu mi avevi capito?
Anyway, credo che uscire dalla tua zona di comfort spesso ti aiuti a cambiare quegli schemi, allontanarti dai luoghi comuni, dimenticartene se riesci, aprire occhi e mente e lasciarti permeare di cose nuove e di cultura. Per riassumere: giudicherai meno (sempre da non intendere nel senso brutto e cattivo del termine).
Un pensiero positivo in più, e una bugia in meno come beauty routine nei tuoi prossimi 365 giorni (e oltre). E questo non perché io pensi che tu non sia già bello, anzi (qui lo siete tutti molto - soprattutto mentalmente), ma perché sono sicura che tu lo possa essere ancora di più. Ma a parte quello che penso io: tu cosa pensi?
🍝 Quanto sei disposto a rinunciare alle tue certezze?
A 18 anni sono andata un mese a Dublino (luglio 2008: era la mia prima esperienza fuori casa da sola, tolte quelle mini settimane studio che fai con i tuoi compagni mentre sei al liceo, il che mi terrorizzava, quindi l’ho fatta). La pubblicità della rivista che promuoveva il programma diceva “Sei disposto a rinunciare alle tue certezze?” e mostrava un ragazzo che impugnava una forchettata di spaghetti al pomodoro 🍝.
Lì per lì ho pensato di no, con molta sicurezza (una delle poche volte che mi è capitato di avere sicurezza nella vita, e in quanto gemelli con luna in gemelli è un grande successo), oltre al fatto che 1. gli spaghetti al pomodoro sono il mio piatto preferito (sì lo so, un po’ banale forse, ma ci sono cose semplici così che mi piacciono tanto tantissimo), e 2. la mia sorellina piangeva tantissimo abbracciandomi e la cosa non aiutava. Lì per lì ho pensato di no, con molta sicurezza e poi sono partita, non con la stessa sicurezza. Still.
Ripenso a quella frase ogni volta che viaggio o che mi trovo in una situazione scomoda e credo sia molto vera (kudos al loro marketing team 👏🏻). Se ci pensi, come in tutte le campagne di marketing geniali, la frase è spesso sintetica, ma il resto lo aggiungi tu, così come tutto il mondo di emozioni che crea di conseguenza. Quando la leggi, la integri con tutto quello che significa per te il termine “certezza”: dagli spaghetti al pomodoro per pranzo, al profumo delle lenzuola morbide e pulite quando vai a dormire, all’andare in ufficio in macchina (magari anche con l’automatismo del cellulare che fa ripartire la puntata di podcast che stavi ascoltando esattamente da dove l’avevi lasciato mentre facevi colazione) e ancora: il caffè di metà mattina nella caffetteria del tuo co-working con qualche collega che fa i tuoi stessi orari e prenota le tue stesse meeting room, sapere che ore sono semplicemente guardando il tuo cielo quando esci di casa, iniziare la giornata sempre con quel bicchiere di acqua e limone tiepido; anche andare in bagno regolarmente (so può sembrare scontatissimo, ma non lo è; anzi, se vogliamo essere precisi, e qui tutte le lettrici potranno confermare, anche l’avere il proprio ciclo quando deve è un po’ una certezza, mentre invece in alcune situazioni così, tipo quando vai fuori dalla tua zona di comfort così, a volte il tuo corpo impazzisce un po’ e ti salta pure quello. Ma tranquilli tutti, il corpo è una macchina geniale e potentissima, alla fine torna sempre tutto al suo posto. Insomma, certezze di persone, di pensieri e di abitudini tue, comode e belle e un po’ sempre uguali (in quanto certezze). “Sei disposto a rinunciare alle tue certezze”, ovvero: comodità, abitudini, punti di vista, idee, credo, tutto quello che pensavi fosse vero fino ad adesso, a metterti in discussione, a cambiare?
Anche a questa risponderei di no con sicurezza e di primo impatto, perché alla fine le certezze, le comodità e le cose che non cambiano troppo, generano sicurezza (tantissima). Anche adesso ho pensato di no, con molta sicurezza e poi sono partita, non con la stessa sicurezza. Le lascio un attimo lì a casa, mentre metto in standby la vita.
Comunque dicevamo: per mantenerti bello (soprattutto mentalmente), devi dire no a pensieri negativi e alle bugie. As simple as that.
🐬Approfondiamo
M: “La bellezza è un lavoro” esordisce.
[In che senso un lavoro?]
E qui parte uno di quei discorsi particolari, che non ti aspetti e che ti capita di fare solo con alcune persone, quando ti trovi (cosa che a tratti è successa e succede abitualmente anche con alcuni di voi).
M: “Dobbiamo prenderci cura di noi ogni giorno, riempiendo la mente di pensieri positivi, senza dire bugie. Ogni mattina prima di uscire poi dobbiamo usare vitamina C al 20% + crema con acido ialuronico, oppure con la crema per il sole, protezione 30. Prima di andare a letto: una crema idratante e super nutriente che agisca tutta la notte”.
Fine. Beauty routine o ricetta per salvaguardare la tua bellezza fisica e mentale fatta. ✔️
Confido nelle creme, più difficile per la mente, ma ci si prova.
Meliza sta girando nel Sud Est Asiatico da due mesi e mezzo e ci resterà per altri quattro. Guadagnare bene le permette anche di vivere bene e viaggiare a lungo. A intermittenza così. Vorrebbe aprire il suo brand di cosmetica, dove i prodotti sono pochi e fanno un po’ tutto, bene, ottimizzando il tempo di tutti (ecco perché ha menzionato le creme). Che sogno!
Fino a oggi non ho mai capito molto di beauty routine, ci sono troppi prodotti nel mondo, sono tutti troppo cari e se inizi a seguire qualche influencer tutti sanno troppo tutto: questa inaspettata e insolita beauty routine qui però mi piace un sacco!
Quindi Meli, teniamoci in contatto che appena lanci il tuo progetto io ti faccio da tester. Nel frattempo inizierò a mettere in pratica gli altri step, con tanti pensieri positivi in più — sulle bugie in meno, in realtà mi sento a posto, non le so dire già di mio, di solito (prima di oggi ti avrei detto “purtroppo o per fortuna”, ora ti dico solo “per fortuna”), ma non sapevo avesse a che fare con la bellezza.
Premesso che a me le persone che hanno sogni così grandi, piacciono. Quelle così determinate a raggiungerli, ancora di più. Sai quando parli con qualcuno che è preparatissimo su un argomento, ma in più quello è il centro della sua vita, la sua priorità, il motivo per cui si sveglia presto al mattino e fa tardi la sera (accettando di dormire un po’ meno di otto ore se serve, anche se sa che non dovrebbe), quella cosa che lo tiene in vita e gli fa brillare gli occhi, che lo porta a non vedere l’ora di tornare a casa da un viaggio oltreoceano e che finiscano le vacanze di Natale per potersi dedicare solo a quello nella sua routine preferita. Non necessariamente un wanna-be-imprenditore (forse loro i viaggi oltre oceano e le vacanze di Natale non le fanno tra l’altro), ma anche le persone più semplici e comuni che hanno sogni grandi e molto concreti, realizzabili, come costruirsi una famiglia, avere una casa con giardino, tre bambini e un cane (ma lo sa bene così), o chi vuole vivere a 10K chilometri da casa (no matter what, ma sente di volere quella cosa lì), o chi come Meliza lavora da 15 anni in un settore ma si sta formando, documentando e informando per mettere su altro di suo per aiutare le persone a essere più belle, sentirsi tali e di conseguenza vivere più felici.
Ecco: le persone con aspirazioni così (belle e possibili) e determinate così a raggiungerle, mi stimolano la mente tantissimo. A tratti le invidio, per come riescono a concentrare tutte le loro energie lì e a tenere il mondo fuori, senza distrazioni. (A tratti lunghi).
Dicevo: Meliza.
Una ragazza acqua e sapone, con una pelle perfetta (il risultato di tanti pensieri positivi in più e tante bugie in meno, oltre che della vitamina C al 20%), dei leggins rossi che le calzano altrettanto perfettamente. Ecco: lei per sviluppare il suo prodotto, li prova tutti man mano che viaggia. Vuole essere preparata sulla competizione, sui prezzi, sui principi attivi, sui costi di produzione. Anche qui in Vietnam ha comprato un siero di vitamina C locale, per poterlo testare sulla sua pelle.
Ha studiato a Standford per approfondire la cosmesi. Poi in Canada, per approfondire i temi legati all’alimentazione. Oltre ad avere il suo brand di prodotti buoni, vuole fare anche la healthy life coach.
Sempre lei, la spogliarellista (e di nuovo lo ribadisco perché il “no judging” sia anche un po’ il tuo mantra).
Capito cosa intendo per obiettivi belli e possibili? Più che altro razionali. Senza aspirare alle cose troppo troppo irraggiungibili che poi ti creano ansia da prestazione, ti demoralizzano perché sì, sei arrivato lontanissimo, ma non dove è arrivato il primo (che magari era pure il nostro amico Jeff se sei imprenditore, piuttosto che quei grandissimi come Nimsdai Purja se scali, o Alessia Zecchini se fai free diving, o ancora Luca Ferrari se hai appena lanciato la tua -TUA- StartUp in Italia) e tutto quel male lì della nostra generazione costantemente insoddisfatta perché ha fatto strike sì, ma non al primo colpo e quindi poi si demotiva. 🎳
Tu: continua a sognare in grande, sì, paragonati agli altri, ok, ma con la consapevolezza anche del tuo punto di partenza, delle tue capacità e del tuo percorso di crescita che è comunque in avanti anche se più lento o a passi più corti.
Ognuno va al proprio ritmo. Ed è anche quello giusto.
“Una sorta di Gwyneth Paltrow?”, dico io.
Non l’avessi mai detto. Meliza mi chiede di cercare una foto di un’attrice coreana di cinquant’anni e poi di dirle se Gwyneth Paltrow non sembra “sua nonna”.
M: “Gwyneth Paltrow è un estremo per la cultura americana, o europea, per cui bella o no, vivi lo stesso, e ha fatto del suo stile di vita un po’ un gioco, ma le donne belle sono altre”. E pensare che in effetti per me è un alto canone di bellezza genuina, pura e semplice, dentro e fuori (ok, vero, non la conosco, ma “profuma di bella persona”, sana).
Per Meliza le donne belle sono quelle che 24h/7d si prendono cura di se stesse a gocce di vitamina C, acido ialuronico + tanti pensieri positivi e zero bugie - questa storia delle bugie mi piace molto, anche perché poi alla fine vengono fuori, quindi meglio se sai subito com’è andata davvero. Sono però quelle che lo devono fare, sì o sì altrimenti non avranno mai possibilità di sopravvivere nella cultura e nella società a cui appartengono.
Ecco, da qui approfondiamo il tema della bellezza nel mondo e in effetti in Corea per esempio se non sei bello, è possibile che tu non abbia un lavoro, non venga accettato nella società, se sei donna non ti sposi. Devi curarti per forza (dove “curarti” è il “prenderti cura di te”).
Nella nostra vita ci dovremmo occupare sempre e solo di mantenerci belli, farci diventare belli e mantenere il più possibile il viso (e la mente) come le abbiamo ora.
Tante persone belle (come le intendiamo noi), sono anche felici.
Se prima belle e poi felici o se felici perché belle, da capire. Una cosa influenza l’altra probabilmente.
Lei ci parla di sue colleghe che sono molto gelose della bellezza altrui (qui si intende più quella estetica). Nei suoi ambienti dove ti vedi spesso svestita, ti paragoni facilmente e gelosia e confronto sono dietro l’angolo. No, lei no. Lei ha una grande consapevolezza interiore e fiducia in se stessa. Non è gelosa di nessuno, non fa confronti e paragoni [questo potrebbe essere il prossimo buon proposito dell’anno insieme al no judging: non ti paragonare, fa male e ti auto flagelli senza motivo]. A Milano spesso va in giro vestita “come il barbone più povero” perché non vuole essere invidiata da nessuna, “l’invidia e la gelosia delle altre persone ci fa male” (questo me lo dice sempre anche mia sorella, che ha smesso di stare con chi sviluppa questo tipo di energie negative). Che donna! Entrambe intendo.
Sta a te stesso vedere la tua bellezza e crederci: se la coltivi interiormente è molto probabile che tu la esprima anche fuori; viceversa, vederti bello esteriormente e piacerti per come sei, prenderti cura di te nel modo giusto, sviluppa ulteriormente la tua autostima.
Ma che difficile! Siamo animali sociali, vogliamo stare assieme agli altri, poi quando succede non perdiamo occasione per credere che gli altri siano migliori di noi: più alti, più forti, più fortunati, più coraggiosi, più ricchi, più felici — senza contare che poi che chi lo sa se è vero.
Insomma, torniamo a Meliza e alla sua teoria bella, che adesso faccio un po’ mia: mantenerti bello deve essere il tuo lavoro, un pensiero positivo in più e una bugia in meno alla volta.
M: “Ecco no! Quell’espressione corrucciata che hai appena fatto, non la devi fare più”, mi dice. (Se solo sapesse quante volte la faccio). Poi racconta di attrici che a forza di fare espressioni tristi, di disgusto o piangere per recitare adesso hanno tantissime rughe intorno alla bocca e al mento. Mi insegna a distendere il viso e a non corrucciarlo più per conservarlo così com’è ora [io: ?!].
M: “Forse non dovremmo provare emozioni, per evitare che ci segnino la faccia”. Quelle emozioni che io provo ancora un po’ spesso senza conoscere, ma che sto imparando a riconoscere (FYI alla nona ora di volo tra Milano e Shanghai ho deciso di guardare Inside Out che non avevo ancora mai visto - la mia lista di film da vedere è abbastanza infinita), che secondo Francesco Oggiano durano 15 minuti (NL #29) e che invece Elena mi aiuta a capire meglio, confermandomi che:
Le emozioni tecnicamente durano 90 secondi (ondata senso-emotiva) quel che le fa durare tanto o poco sono il “cosa pensi di quello che senti”.
Ecco loro: per Meliza nessuno se le merita. “Ci rovinano il viso e poi se ci pensiamo, ogni volta che proviamo un’emozione, pensiamo magari alla gioia, diamo agli altri quell’energia, privandocene noi. E invece non se la meritano, dovremmo cercare di conservarla per noi stesse molto di più, fa parte del conservare la nostra bellezza e darla solo a chi davvero se lo merita”. Come chi? Questo te lo scegli tu.
Un po’ estrema qui forse, ma so che hai capito il succo. E morale della favola:
la bellezza è un lavoro e parte dall’alimentazione, dal dormire tanto, sì, ma ancora di più dal coltivare tantissimi pensieri positivi e dal non dire bugie. Una cosa super semplice, che appartiene al mondo dei bambini e alla loro innata genuinità e che mi piace molto.
Ora dimmi che non sei curioso di conoscere Meliza.
📌 Post Scriptum
In lungo e in largo per il Vietnam sto facendo spesso sempre colazione fuori. Non sempre quella autentica e genuina vietnamita, ammetto, perché la mia anima occidentale è ben radicata e soprattutto a colazione ha bisogno di un momento di pace cosy e bello con me stessa. La colazione anche qui è quasi sempre dolce a base di caffè. Sui posti, si va spesso per simpatia sui nomi (un po’ lo stesso criterio della scelta dei vini per l’etichetta).
Il caffè vietnamita però è molto buono in tutte le versioni che ho provato, sia caldo che freddo. È dolcissimo, quello sì, e se non lo specifici te lo fanno con il latte: White Vietnamise Coffee. Freddo, caldo, to stay, to go. Puoi scegliere. ☕️
Bè, sai che io forse non lo avrei mai selezionato dal menù e invece una di quelle volte in cui mi sono dimenticata di specificare, me l’hanno portato così caldo, dolce e a base di latte che in un secondo la mia mente mi ha trasportata sul bancone di casa, in cucina, di fianco a mia sorella che stava per addormentarsi nella tazza del suo latte, avevo dodici anni e bevevo un mix di latte caldo e tantissimo cacao prima di andare a dormire (come un piccolo ghiro). Aveva questo stesso sapore qui ed è stato un caldissimo e morbidissimo abbraccio. Inaspettato (eccoci!) e approvato!
Quindi metaforicamente parlando (perché confesso che non sempre i post belli così nascono alle 10:00, a colazione o in posti belli così - ma ormai ci conosciamo da un po’ e questa metafora la conosci meglio di me).
Dicevo, metaforicamente parlando:
DOVE SONO:📍Optimist Casual Coffee, 95/2 Bạch Đằng, Tân Lập, Nha Trang, Khánh Hòa 650000, Vietnam. Segnatelo per il tuo prossimo viaggio in Vietnam. Fanno un Cinnamon Bun 🥮 spaziale, che ho finito prima di fare la foto, opss! Però fidati. (Ah! Probabilmente ti daranno il menù in russo, mi sono stupita anch’io nel constatare la concentrazione di russi qui).
DOVE VORREI ESSERE: comunque qui, perché un po’ sto imparando a vivere il momento in cui sono. 🙏🏻 Però per suggerire qualcosa di un po’ più facile da provare (Giulia T. questo è per te), penso vorrei essere da 📍Via Stampa, a Milano. Ancora lei, sì! Perché ridendo e scherzando alla fine non ci sono ancora andata (e tu?). L’ultimo lunedì prima di Natale ero a Milano ed erano chiusi (qui però non va bene), ma la loro pagina su Instagram sforna post molto molto tasty con molta regolarità 🫠.
Ecco, sì, forse andrei lì. Provalo tu per me mentre sono via e poi raccontami com’è andata! 🙏🏻 Nel caso ci torniamo assieme.
Io mi sa che quella colazione dolce da Via Stampa che ho pending qui dal 21 di ottobre scorso sarà la prima cosa che farò al mio rientro.
E che il tuo primo lunedì dell’anno sia bellissimo! 💮
Un pensiero positivo in più e una bugia in meno, per volta.