#13 | La Newsletter del Lunedì
Di candeline da soffiare, desideri da esprimere, momenti dei quali essere grati e circostanze che ti rimettono al mondo.
[First things first: venerdì 24 era il mio compleanno e oltre ai tanti e super bellissimi messaggi di auguri ricevuti da famiglia e amici di tutta la vita, sono nate tante conversazioni belle anche da qui: sono state inaspettate, mi avete stupito ancora una volta e fatto capire che tanti di questi miei pensieri vi arrivano, vi appartengono, li rielaborate e li fate vostri fino a che vi fanno bene (indipendentemente dal momento di vita in cui siete rispetto a me). Questa cosa mi riempie il cuore, grazie!] 🙏🏻❤️
Partiamo anche oggi con la newsletter di oggi, prima uscita da 34enne: 3030 parole, da leggere in 12:07 minuti, accompagnate da un caffè americano lungo, tiepido e senza zucchero + una fetta di torta dolce e fatta in casa (io opto per quel che resta della mia torta di compleanno, un’opera d’arte hand-made with love by Más Merienda). 🍰☕️
🎂 24.05.24
Dicevo, venerdì 24 era il mio compleanno e io mi sono resa conto di avere tutto.
Me ne sono resa conto la settimana prima in realtà, festeggiando in anticipo con i miei amici di sempre e soffiando su quel mini fuoco d’artificio-candelina che decorava una fetta di torta al pistacchio. C’ero io e c’erano loro, con le loro storie, le loro vite imperfettamente perfette, i loro bambini, la loro imperfettamente perfetta quotidianità e il nostro volerci bene a modo nostro da +10 anni.
Ci ho ripensato cinque giorni dopo, salendo sul volo che mi avrebbe portato a Barcellona per il weekend: un volo preso troppo tardi per continuare a lavorare al PC, ma troppo presto per dormire, in cui mi sono resa che da lì a due ore avrei compiuto 24 34 anni anni e che tutto sommato stavo bene e avevo voglia di segnarlo nero su bianco su una delle cento bozze salvate sulle note del telefono.
Me ne sono poi ri-resa conto soffiando su quelle cinque candeline arrivate a sorpresa venerdì sera durante l’ora dell’aperitivo (weird and unexpected, ma molto originale e bello): sai quando devi esprimere un desiderio (o cinque, a seconda delle candeline che hai davanti), ti concentri e ti chiedi cosa potresti aggiungere, cambiare o chiedere per i tuoi prossimi 365 giorni? Tantissime cose, se ci pensi. Oppure nulla, se ci ripensi bene. Io ci ho ripensato bene.
Ma facciamo uno step back: ho appena compiuto 24 34 anni e più o meno consapevolmente mi sono soffermata a pensare a cosa posso desiderare per quest’anno.
Facendo un recap molto breve (la versione lunga la lascio al mio diario cartaceo e molto più intimo e personale), ho una famiglia che mi vuole molto bene, in salute, c’è sempre per me e mi sostiene no matter what, mi lascia tantissimi spazi e con cui vado d’accordo. Sono circondata da amici che mi cercano, chi più chi meno, chi più nuovo chi meno, per stare assieme. Ho una casa (minuscola) in centro a Milano e sono super autonoma e indipendente, vado in ufficio in bici (temporali permettendo), rientro all’ora che voglio, ceno quando, come e con chi voglio, vivo la vita all’ultimo minuto, con pochissimi piani e tantissimi piani last-minute. Viaggio a Barcellona almeno una volta al mese a fare il pieno della mia persona vitamina (e spesso con voli di sola andata, sempre per il mio non volere pianificare con troppo anticipo). Ho un lavoro che dopo tante esperienze un po’ particolari mi sta dando tante (e tanto grandi) soddisfazioni, con persone che ammiro, che mi ammirano, con le quali sto bene.
Potrei fermarmi e concentrarmi su quello che potrei aggiungere, cambiare o chiedere per i miei prossimi 365 giorni. Potrei fermarmi su quello che non ho, che non ho ancora, agli step che non ho fatto, alla lentezza del mio ritmo, a quello che mi manca.
Eppure settimana scorsa con i miei amici di sempre, giovedì sera in quel volo verso Barcellona e poi venerdì soffiando su quelle cinque fiammelle, ho scelto di concentrarmi su quello che ho, che ho già, agli step che ho fatto, alla lentezza del mio ritmo, a quello che ho raggiunto.
Perché alla fine la vita è un po’ una questione di prospettive.
🎧 Impostando le due risposte del sondaggio, mi è venuta in mente questa e adesso me la ascolto:
Sono onesta, pensandoci avrei un sacco di desideri da chiedere, partendo da un po’ più di amor proprio, un po’ più di calma mentale, un po’ più di capacità nella gestione del mio tempo. Addirittura, per i prossimi 365 potrei manifestare (e lasciare che si verifichino) il:
✨ focalizzarmi sul mio presente, preparandolo per un futuro sereno
✨ inserire un nuovo sport nella mia routine quotidiana e renderla più sana
✨ concentrarmi sui miei bisogni e fare accadere qualche magia
✨ sapermi prendere in giro un po’ di più
✨ farmi ridere più spesso
✨ tornare nel Sud d’Italia, magari fare il mio primo viaggio in Puglia e andare a trovare Flavia che torna dall’Australia
✨ imparare a essere più autorevole, più decisa, più forte
✨ essere più alta, più magra, più ricca, più bella, più tutto quello che non sono
Ma poi ci penso bene e mi rendo conto di avere già tutto.
Sarà successo un po’ anche a te: i compleanni sono quei momenti di introspezione, di paragoni, di riflessioni su chi sei vs chi volevi essere. Mi sento di dire che per definizione il compleanno ci ricorda un po’ il nostro “stare al mondo” ed è quasi come il fare i conti contemporaneamente con passato, presente e futuro, interconnessione che non sempre può rivelarsi piacevole. Lo capisco bene.
Eppure mi sento di dirti che forse anche qui si tratta di scelte: puoi scegliere se guardare a ciò che non hai e che vuoi per i tuoi prossimi 365 giorni, all’essere indietro rispetto ai tuoi piani e al non aver realizzato quello che avresti voluto; oppure puoi scegliere se guardare a ciò che comunque a modo tuo e con il tuo tempo hai raggiunto, dove sei arrivato e ai tuoi risultati, seppur piccoli.
Mi sento di consigliarti di optare per la seconda scelta, anche (e soprattutto) se poi si tratta di cifre tonde: quei 25 anni entro i quali ti devi laureare, i 30 entro i quali ti senti di doverti sposare, quei 35 entro i quali devi avere dei figli (al plurale, perché uno non basterebbe) e quei 40 (qui forse sono ancora in tempo?) entro i quali fare carriera. Oppure no.
Se scegliessimo l’”oppure no”?! Ormai per necessità nel mio caso per tante di quelle cifre tonde, però se ci penso non mi sento a disagio, indietro o di avere qualcosa in meno di chi tutte quelle cose le ha raggiunte entro quelle cifre tonde. O meglio, sono felice e contenta per chi ci si è anche un po’ trovato e forse per casualità di vita ha avuto un percorso che ha coinciso con il raggiungimento di certe tappe legate anche a quell’età di riferimento entro la quale si era posto degli obiettivi.
Non sono felice o contenta però, per chi lo fa perché si sente in dovere di farlo, o sente di essere “troppo vecchio” per cambiare la propria vita e lasciare quella relazione che preferisce farsi andare bene perché “tanto ormai alla mia età chi trovo”, “troppo vecchio” per trasferirsi dall’altra parte del mondo e ricominciare da zero perché “tanto ormai ho perso la mia occasione per essere coraggioso”.
Forse è tutto insito un po’ nelle aspettative e nelle pressioni della nostra società, della nostra famiglia o della nostra mente (qui scegli tu l’origine del tutto) che preme per farci realizzare e raggiungere certe pietre miliari in tempi specifici, vede gli altri, fa paragoni e ci spinge a porci degli obiettivi in primis in termini di età. Eppure forse sono proprio le cifre tonde a darci l’illusione di un traguardo. Potresti non aver rispettato i tuoi buoni propositi, non aver ottenuto la promozione che desideravi, e non aver raggiunto i traguardi che aspettavi, ma lo sai ormai anche tu, concentrarsi solo sulle mancanze porterà solo a sentimenti negativi: forse l’essere sereni consiste anche nel girarsi dall’altra parte e focalizzarsi su ciò che invece hai raggiunto e realizzato.
🍒 Cosa vuoi fare da grande?
Non ci ho mai fatto caso più di tanto, eppure oggi, sarà che è il primo lunedì da 34enne, mi sono fermata a pensare a chi fosse la donna che avrei sempre sognato di diventare da più piccola. Ovviamente guardavo a mia mamma, che è sempre stata molto autonoma e indipendentemente pur avendo una famiglia da gestire, a persone vicine e molto simili a me, e ho sempre pensato anche a una famiglia mia prima o poi. Eppure, guardandomi allo specchio oggi, fresca di questi primi 34 anni, vedo in parte la donna che non sapevo di voler diventare: mi vedo coraggiosa, molto più di quello che pensavo di essere, forte (tanto e sempre di più), ogni tanto so farmi ridere e non mi vergogno più di piangere, so rispettarmi meglio, sono indipendente, libera e spesso in pace con me stessa. Pensare a tutto questo mi fa sentire bene, mi fa riconoscere di essere fortunata e di aver fatto un po’ di strada rispetto i 365 precedenti.
Quindi vedila così:
un compleanno può spesso servire anche come promemoria per imparare a dare valore al fatto che non smettiamo mai di essere bambini, giovani o adulti, ma che ogni fase e i suoi apprendimenti ci accompagneranno durante tutta la nostra esistenza, trasformandosi in un bagaglio da trasportare lungo la strada che ci resta da percorrere.
Mi tengo giusto due cose sulle quali lavorare per i miei prossimi 365 giorni:
imparare a dire di no, senza tornare indietro
saper apprezzare, accogliere e amare tutto quello che ho
Volando verso Barcellona, nel pieno di una luna nuova enorme e arancione a colorare il cielo nero fuori dal finestrino del mio aereo, le mie due mini intenzioni le ho pronunciate. Ma lo ribadisco: per i miei primi 24 34 anni la cosa che più mi sento di voler mantenere è il saper apprezzare tutte le persone che ho al mio fianco, tutto l’affetto che mi generano, il loro farmi sentire importante, i miei piccoli e lenti, grandi passi avanti, i miei non essere ancora arrivata, il mio saper stare bene con me stessa non sempre ma tante volte, il mio aver probabilmente deluso gli altri a volte, ma non me stessa.
Mi è sempre piaciuto compiere gli anni (e mi è sempre piaciuto il mese di maggio, del sole fino a tardi e delle ciliegie). In casa abbiamo sempre festeggiato in lungo e in largo, con torte, fiori, biglietti, regali super pensati, feste a casa con gli amici, a scuola con i compagni, di nuovo a casa ma con la famiglia, crescendo le feste erano in qualche locale con un giardino bello e torte sempre più grandi, e poi con fughe e weekend fuori porta, spesso al mare, ultimamente a Barcellona.
Non mi è mai piaciuto essere al centro dell’attenzione, questo no; non mi piace soffiare le candeline sulla torta mentre tutti mi cantano una canzone e mi puntano qualche cellulare (da piccola qualche macchina fotografica) davanti agli occhi; mi imbarazza quel momento della canzone in cui arrivati al “tanti auguri a” si sovrappongono i vari “Marta, Martin, cara Marta, Martone, Martolina” e viene fuori un minestrone stonato, mentre io cerco di sorridere e concentrarmi su un desiderio sensato e concreto da esprimere, senza troppi risultati (desiderio che non sia più il volere “la pace nel mondo” di quando a undici anni ero una piccola Gandhi, ma neanche il dare finalmente un senso alla mente selvatica di una 30enne). Però mi piace ricevere gli auguri, sapere che quelle persone mi hanno dedicato un pensiero, un po’ del loro tempo, mi piace leggere anche gli auguri pre impostati di Facebook (magari anche di gente che non ricordo più neanche perché siano nella mia board). Salvo i messaggi più belli, mentalmente faccio un recap di chi mi ha scritto o meno quest’anno rispetto allo scorso, chi per primo, chi non mi ha scritto.
Eppure ci sono persone a cui non piacere compiere gli anni: il mio amico Tommi per esempio. A lui non solo non piace, ma credo non si ricordi neanche che è il suo compleanno (sì, è assurdo lo so, ma credo sia molto sincero nel dirlo e FYI io gli faccio gli auguri lo stesso). A parte lui, c’è chi arrivato all’età adulta odia compiere gli anni perché è proprio un po’ quel promemoria che arriva a dire che stai sbagliando tutto, che sei in ritardo, che è cambiato tutto rispetto all’anno prima ed è cambiato in peggio, che non puoi dimostrare di aver raggiunto tutto quello che ti aspettavi di dimostrare.
Ecco, oggi mi sento di parlare con queste persone qui: ma se ti girassi dalla parte opposta e ti focalizzassi su tutto quello che tu hai in più invece che in meno? Che hai di diverso e unico, non di sbagliato? Che non hai ancora raggiunto, dove quell’ “ancora” ti da speranza per il futuro? Allo spazio e al rispetto che hai dato a te stesso nel dire no, invece di vederlo come una perdita?
Vediamo un attimo:
Ti lascio con questa riflessione (prima di tornare a festeggiare i mie perfetti insuccessi e i miei timidi passi indietro per andare avanti): se vivi desiderando di trovare lo scopo della tua vita, probabilmente un compleanno in più passato senza averlo trovato potrà facilmente causarti ansia e depressione. Idem se ti senti di non aver raggiunto certe aspettative. Ma quelle aspettative le hai settate tu?
Perché questa è una cosa a cui mi è capitato di pensare ultimamente: quelle aspettative, quei traguardi da chiudere entro quelle cifre tonde, quegli standard di vita così elevati, te li hanno imposti gli altri, una società un po’ troppo imponente, oppure la tua mente? Siamo in tanti ad essere intrappolati in una vita che non ci appartiene. Siamo in pochi a rendercene conto e a fare qualcosa per cambiarla, forse perché timorosi di deludere chi da noi si aspetta qualcosa di ben preciso — e mi ci metto dentro anche io.
Però vorrei che ragionassi anche tu sul tuo essere soddisfatto o meno dell’angolatura da cui osservi la tua vita. Non rientrare in alcune scadenze o confrontarti con altre persone a te vicinissime che hanno raggiunto quello che tu pensi ti manchi può facilmente portarti a farti sentire da meno, ma tu hai guardato anche il quadro d’insieme? Se ci pensi, uno degli elementi alla base di vita serena e equilibrata o del tuo benessere mentale è definito in egual misura da ciò a cui presti attenzione e da ciò a cui invece decidi di non prestare attenzione. Quindi alla fine scegli un po’ sempre tu a cosa guardare. Attese di prestazione, di produttività, di raggiungere “in tempo” certe tappe, vengono spesso tradotte con l’”avere successo” o il “fallire”:
tu guarda a te stesso, a come sei cambiato (perché per quanto lentamente tu vada, sì che sei cambiato) rispetto a 365 giorni fa, resta allineato e rispettoso dei tuoi valori e non deludere le tue aspettative. Tutto il resto è un po’ superfluo.
E poi chiediti: “È questa la vita che sognavo da bambino?”. Se non lo è e non ti senti bene, sei ancora in tempo per stravolgerla e per fare qualsiasi cosa. La vita, che tu lo voglia o no, non è una strada dritta e senza uscite.
È vero, cresciamo con quel “Cosa vuoi fare da grande?” nella testa e passiamo tutta la vita a cercare di trovarle la risposta giusta, che definirà il resto della nostra vita e che se non abbiamo ancora chiara e precisa, ad ogni compleanno (al primo di gennaio, magari anche a settembre post estate?) si fa più forte, alza il volume e diventa sempre più insistente.
Quest’anno, per i miei primi 24 34 anni, mi sento di dirti che invece ti puoi sempre reinventare, trasformare, mollare tutto per cominciare una cosa che in questo momento ti fa stare bene (anche se non ha un futuro davanti).
Quest’anno, per i miei primi 24 34 anni, mi sento di dirti che chi come te e me è fortunato abbastanza da vivere in questa parte felice di mondo, è libero di cambiare, di scegliere, di ricominciare, di crescere, di migliorarsi e di scoprirsi ogni giorno un po’ di più. Questo inizia però solo nel momento in cui scegli di lasciare andare l’idea che devi soddisfare le aspettative degli altri. Ed è forse la cosa più difficile, quella che se fosse oggi il tuo compleanno ti vorrei augurare: provare ad ascoltarti e ad accettare quello che provi.
Io, oltre al saper dire di no e all’essere grata di ciò che ho già, per i mie primi 24 34 anni, mi auguro di non fare programmi perché le cose belle accadono all’improvviso:
E allora, non diventare una di quelle persone che vogliono programmare tutto.
Quelle che si svegliano al mattino e sanno già cosa mangeranno, chi incontreranno, a che ora torneranno a casa, cosa faranno nel tempo libero.
Quelle che hanno sempre saputo che laurea avrebbero preso, che lavoro avrebbero svolto, in che modo avrebbero riempito i loro anni.
Se non lasci un po’ di spazio all’imprevisto come potrà mai realizzarsi il tuo destino?
Personalmente ho passato tanti anni a fare programmi, eppure le vere svolte della mia vita sono arrivate quando ho smesso di seguire un piano e ho iniziato a seguire le mie sensazioni e il mio istinto.
Se la vita ti sembra piatta, noiosa e fredda è perché non concedi all’universo la possibilità di stupirti e meravigliarti.
Provaci.
Prova a lasciarti trasportare dal flusso degli eventi.
Prova ad essere il fiume e non la roccia.
È il modo migliore per far accadere cose straordinarie nella tua vita 🙏
Questa quote non è mia, è di quel santone di Gianluca Gotto, ma è capitata oggi e direi che si addice al tipo di lunedì che stiamo per affrontare.
I capelli rosa li tengo per i 25 35. Chiudiamola così.
📌 Post Scriptum
Oggi il mio appuntamento delle 10:00 accade qui, come nel giorno del mio compleanno di 365 fa (anche se in me e in questa giornata è cambiato tanto).
Raw Studio a Barcellona è più di un bar, più di un co-working, più di un posto nuovo e originale per andare a pranzo o dove fare un aperitivo con vini naturali e dall’etichette ricercate, ma è anche tutte queste quattro cose assieme.
La colazione è salata, ed è accompagnata da un flat white freddo perché siamo a fine maggio e si ha voglia di estate.
E che sia il tuo compleanno o non-compleanno, non importa. Goditi un caffè lento anche oggi che è lunedì, fai un respiro profondo (magari a occhi chiusi?) e pensa che la vita è un regalo, è corta, tu hai fatto tanti passi (anche se piccoli, lenti e timidi) in avanti, e sei molto fortunato. As simple as that!
Buon lunedì! Vivitelo come se fosse un sabato e lascia che sappia di cose buone ✨
Con affetto, Marta
Vivi questi prossimi 365 gg come se fossero quelli del tuo 24.mo compleanno Questa e ‘ la tua età. La decidi tu e non la carta di identità Sono sempre più orgogliosa di te
È sempre bellissimo e rilassante leggerti. Specie i lunedì mattina 😘